venerdì 27 febbraio 2015

Vuoi essere felice? Leggi le istruzioni!!!


Ti hanno rigata la macchina? Tuo marito/moglie ti tradisce con il tuo amico? L’ulcera ti morde? Il cane del tuo vicino fa i bisogni nel tuo giardino? non ti preoccupare,  c’è un libretto  tutto per te, basta che leggi le istruzioni!!!





Tranquilli prima che andate via, vi prometto che alla fine  non vi venderò un libro o un corso, ne tanto meno voglio farvi iscrivere a qualcosa.... Detto questo possiamo andare avanti.

“Chi vuol essere lieto sia, del doman non v’è certezza”, è la logica dell’edonista.  Di chi vive alla giornata senza regole e senza remore.

“Quant’è bella giovinezza che si fugge tuttavia …” . Recitava Lorenzo il Magnifico.

 A suo dire, l’uomo è un viandante che procede su aspri sentieri, cade e si rialza per raggiungere la meta. Quale meta? Una tomba al cimitero.  Ecco il capolinea, … questo è il credo del pessimista. …

meglio un giorno da leone che cento da pecora  è la logica del coraggioso, dell’eroe.  Al contrario il pavido lascia che la vita gli scorri davanti senza muovere un solo muscolo.

La disputa ormai è aperta, tra l’infelicità  patologica è il bisogno di essere felici. Quale può essere la terapia? Oggi le neuroscienze, affermano che la felicità si basa sulla ricerca del “LOGO” del suo significato. L’uomo è felice se riesce a spendere bene i suoi talenti. possiamo paragonare il talento a una moneta, non importa il suo valore, l’importante è fare un buon investimento.

“il denaro non rende felici” solitamente questa citazione viene usata da chi ne ha già tanti. Probabilmente è vero, perché il possesso genera assuefazione. Ma non è sempre  così, metti ad esempio una ragazza:  compra un vestito in saldo, e grazie alla sua creatività lo rende unico, sarà più felice di una diva che indossa abiti griffati. 

È evidente che nell’indigenza altro non esiste che un malessere interiore, l’uomo non è mai soddisfatto,  entrando in un  meccanismo di adattamento che si autoalimenta, “l’appetito come sappiamo non è mai pago”.  Avete mai notato come il vostro cane sia felice quando gli dedicate anche un solo secondo di attenzione? Questo perché a differenza dell’uomo,  ha un senso innato del limite, noi invece lo dobbiamo scoprire.  Solo quando capisci che ogni elemento, compresa la felicità ha un suo limite, si potrà giungere alla  pace interiore. Altrimenti si prosegue nella vita con un senso d’ansia e precarietà, facendosi travolgere dalla sindrome di Fantozzi.


LA FELICITA' NON È un farmaco generico che lo trovi al supermercato. Ma felicità è vivere una vita che valga la pena di esssere vissuta, comporta rischi e sofferenze .  Per i romanticoni, la felicità non è il matrimonio tra Heidi e Peter, mentre le caprette fanno ciao.

sabato 14 febbraio 2015

Affetti da patologia politica | controindicazioni patologiche



Questa è l’epoca del “”post-tutto””, l’epoca in cui non ci sono più ideologie, epoca in cui (si presuppone) che la tecnologia ci abbia avvicinati culturalmente, ma paradossalmente non si sa più cosa dire.

Ormai non c’è più vivacità, quella vivacità che arrivava da lontano dal popolo, al quale  oggi si oppone un pragmatico “ma a cosa serve – chi me lo fa fare – tanto non serve a niente”. Si rischia in questo modo di inabissarsi in un oceano caotico, dove tutti urlano alla salvezza collettiva, ma di fondo nessuno ha più le capacità  di creare un salotto culturale,  capace di risollevare le sorti di uno Stato ormai allo sbando.  È deleterio quello che sta succedendo,  basta vedere gli attacchi al senso civico, e al buon esempio che i nostri politici ci trasmettono.

Il liberismo economico, posto come unico parametro di regolazione , ha avuto gli effetti che noi tutti conosciamo. E guardando al passato, a quegli anni (tra 1960 – ’70), dove le cose avevano un senso ideologico,  sembra di compiere uno scavo archeologico. Predominava allora il senso di rivalsa, il voler ricominciare a tutti i costi. E nonostante le agitazioni sociali,  di fondo la situazione  oggi, non è poi tanto diversa.


Tutto questa divagazione solo per dire che è l’individuo a fare la differenza, non solo per se stesso ma per il gruppo. Recuperare le ideologie del passato forse non servirà a nulla, ma vale senza ombra di dubbio recuperarne gli atteggiamenti. 

giovedì 12 febbraio 2015

Polla | quando un'ordinanza vieta il carnevale


Tempo di carnevale, tempo di travestimenti, tempo in cui vale la regola: 
“a carnevale ogni scherzo vale”.

Ma quanto letto, mi ha lasciato perplesso. Il Sindaco di Polla paesino nell’entroterra della provincia di Salerno, ha deciso di anticipare i tempi e fare un “scherzo” alla sua cittadinanza. Con un’ordinanza, fatta per garantire la quiete pubblica, ha vietato qualsiasi tipo di travestimento per le vie del paese a coloro che hanno superato i 14 anni (ordinanza poi riveduta, vietando i travestimenti a chi ha superato i 18 anni). Non sono nato in questo luogo ma mi ha dato fino ai 20 anni diversi natali. Ho imparato ad amarlo e sentirlo mio, di viverlo per quanto mi ha offerto in bene e in male. Ma quando leggi che per ordine pubblico si vietano i travestimenti, quel carnevale che una volta era momento liberatorio collettivo, capisci che oggi ha perso gran parte della sua attrattiva.

Non voglio, e non posso entrare in merito, ma mi sento in dovere di ricordare al Sindaco, che il carnevale ha una storia millenaria, si  riallaccia a quel filone comico della nostra letteratura “italica”, in cui  la comicità veniva  interpretata sotto forma di parodie goliardiche, nascoste sotto maschere fisse e stilizzate.

Probabilmente è errato sul piano storico trovare una connessione tra il comico italico antico, e le parodie giullaresche moderne. In ogni modo, anche se Arlecchino e Pulcinella non sono più maschere tradizionali. Le nuove maschere contemporanee, sono pur sempre prototipi di furbacchioni che mettono in risalto, facendoci ridere e riflettere, su certi nostri modi  di vivere, ridicolizzando l’avidità e la meschinità del genere umano. Tutto questo, durante il carnevale, è messo in scena senza esprimere giudizio morale, ma solo come fatto di natura umana.

Per questo motivo, abbiamo ancora bisogno delle maschere stilizzate. Ne abbiamo bisogno perché la maschera è si un potente espediente di espressività artistica, ma soprattutto è un efficace strumento di critica della realtà. Un parodiare vero, non con intenti politici come avviene nelle cronache attuali, che permette  di smontare il luogo comune, di ridere di noi stessi e non prenderci troppo sul serio.

lunedì 9 febbraio 2015

eguaglianza ideologica | concetto astratto di libertà



Pensando alla  «libertà » mi sono accorto quanto questa parola  ha subito una sorta di mistificazione. Paradossalmente, però, mi sono reso conto che la causa non è il significato in sé, (libertàCapacità del soggetto di agire o di non agire, senza costrizioni o impedimenti esterni). Ma quanto gli effetti  dell'abuso ideologico di questa parola.

«Cos’è per te la rivoluzione?» spesso l’dea che ci accomuna, è quello di raggiungere il proprio stato di libertà basandoci su idee rivoluzionarie. Ma la libertà non è rivoluzione; poiché le rivoluzioni nascono dall’antagonismo, dal momento che è solo opposizione, e l’opposizione non può mai essere liberale.

Assodato che la libertà non può essere rivoluzione. Quella di cui voglio parlarvi io  è puramente un’astrazione, nasce da un concetto ideologico basato sugli ideali individuali. Perchè l’idealista non è un rivoluzionario. L’uomo con un’ideologia si occupa di idee, di parole, e non di azione. La rivoluzione basata su un’idea, per quanto logica, non può portare all’eguaglianza, poiché, la funzione stessa dell’idea è quella di separare le persone.

L’esempio lampante è: un qualsivoglia credo, religioso o politico, che  pone gli uomini contro gli uomini. Non a caso, le cosiddette religioni hanno diviso le persone, e continuano a farlo: il credo organizzato, chiamato religione, è, come una qualsiasi altra ideologia della mente e quindi separativa. Noi con le nostra ideologie stiamo facendo la stessa cosa, non vi sembra?

Vorreste salvare il mondo, ma nessuno di voi vuole realizzare un mondo migliore: il vostro obiettivo sta solo nel plasmare il mondo in ossequio alla vostra idea, secondo la vostra modalità. Come può quindi l’idea portare all’eguaglianza? noi siamo tutti uguali, sebbene si possano avere modi diversi. La diseguaglianza è presente a tutti i livelli dell’esistenza: uno ha una capacità, un altro no; uno comanda, e gli altri lo seguono; uno è ottuso, e l’altro è sensibile, sveglio, adattabile; c’è chi scrive o dipinge, e chi vanga; chi è scienziato, e chi spazzino.

Ma agli occhi del divino, siamo tutti uguali, noi siamo prima di tutto ciò che l’idea rappresenta, e solo in seguito siamo degli individui con funzioni diverse, in cui possono esistere sfumature, che però esulano dall’ideologia. Questo è precisamente ciò che ogni credo organizzato ha proclamato. siamo tutti uguali, ma nelle capacità individuali c’è variazione; la vita è una, ma le divisioni sociali sono inevitabili e sostituendo un’ideologia con un’altra non hai cambiato il fatto fondamentale: ogni gruppo o individuo tende a trattare l’altro come inferiore.

L’ineguaglianza è un fatto, una realtà, e nessuna rivoluzione potrà mai cambiarla. La cosiddetta rivoluzione non fa altro che sostituire un gruppo con un altro: e il nuovo gruppo assume quindi il potere, e per rafforzarsi determina i propri privilegi. Ma così non è stata abolita l’ineguaglianza, non credi?


E invece forse potrebbe esserlo: questo però, solo quando il mondo intero la penserà allo stesso modo, quando tutti avremo la stessa idea, solo allora si potrà avere una fratellanza tra i vari credi, e di conseguenza raggiungere   l’eguaglianza ideologica, «tanto cara ma nemica di tutti»

domenica 8 febbraio 2015

la pace regna nel paesaggio


La  neve ha smesso da due giorni di venir giù. Le strade ormai son pulite e il vento ha lavato via la neve dagli alberi. La terra è stata rinfrescata. L’erba ormai  con le sue foglie brillanti ricompare e fa capolinea dalla neve, mentre la pace regna nel paesaggio dopo la violenta nevicata.

Alcuni bambini giocano sulla piccola montagna che i trattori hanno fatto raccogliendo la neve in un piazzale. È bello vederli, è bello osservare i loro occhi brillare, stanno vivendo il tempo della loro vita, sorridono di una gioia traboccante, anche quando qualcuno li richiama all’ordine e alla prudenza.


Quanto è necessario per la mente, purificarsi, purificarsi da ogni pensiero, essere costantemente vuota,  e non  resa vuota. È   semplice morire, ed è difficile continuare: poiché la continuità è lo sforzo tra essere o non essere; è desiderio, e il desiderio può morire solo quando la mente cessa di elaborare. 

Quanto è semplice solamente vivere! Ma non significa stagnazione. La mente non è tranquilla fino a che viaggia con lo scopo di arrivare, e poiché per la mente arrivare e avere successo, e il successo è sempre lo stesso, sia all’inizio sia alla fine. Non può esistere purificazione se essa sta tessendo il modello del proprio divenire.