Anni fa lessi un breve racconto di Tolstoj,
“La felicità familiare”;
non mi entusiasmò molto, evidentemente
ancora non avevo conosciuto la complessità della vita coniugale. Di recente
l’ho riletto e ho trovato diversi spunti di riflessione, che voglio proporvi.
Una frase in particolare, che per la verità
sembra scontata a me , invece, ha fatto rivedere come in un flash tutta la mia
vita, “è più facile cedere a se stessi
che piegare gli altri”;
leggendo questa frase mi sono rivisto nel
mio rapporto con mia moglie, nell’assurda presunzione di voler cambiare. Quante
liti ci sono state per l’incapacità di vedere l’interezza della persona e non
tratti particolari.
Quando smetti di fare la guerra, che alla
fine è quasi una guerra a te stesso, ti rendi conto che tutto può essere
“sopportato” se ci si accosta alle differenze, anche se queste sono lontane dal
nostro modo di essere, se si lascia agli altri la libertà di vivere la loro
vita nel modo che ritengono appropriato.
Concludo con questo brano che chiude il
racconto e che per la mia vita calza come un vestito cucito su misura:
“L’antico
amore mi divenne una rimembranza cara e irrevocabile, e un nuovo sentimento
d’amore per i miei bambini e per il padre dei miei bambini mise principio per
me a un’altra vita, oramai del tutto diversamente felice, e che io non ho
ancora finito di vivere nel momento presente”.
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