Sarò uno spettatore attento, non ostacolerò i ricordi,
ma lascerò che essi si facciano avanti nella sequenza che hanno stabilito, per
un fine che non voglio conoscere. Sarò attento perché non voglio perdere
neanche un fotogramma, un particolare, un’emozione: lascerò che esse scorrano
dentro di me liberamente, senza resistenze.Arriverà il giorno, quel giorno, quando toglierò il
cellophane dalla mia sedia a dondolo e la posizionerò davanti al quadro della
mia vita, quel quadro ce mi ha incendiato l'anima, la fiamma del mio cuore, e
dopo aver messo sul piatto dello stereo “Kind of Blue” di Miles Davis –
o sarà “Giant Step” di Coltrane, non ho ancora deciso, mi siederò a guardare oltre la vetrata, in compagnia della musica e del fidato pacchetto di sigarette o forse avrò smesso di fumare, chi lo sa, e mi abbandonerò, lascerò scorrere dentro di me il film della mia vita – o saranno immagini, foto, come posso saperlo ora.
o sarà “Giant Step” di Coltrane, non ho ancora deciso, mi siederò a guardare oltre la vetrata, in compagnia della musica e del fidato pacchetto di sigarette o forse avrò smesso di fumare, chi lo sa, e mi abbandonerò, lascerò scorrere dentro di me il film della mia vita – o saranno immagini, foto, come posso saperlo ora.
I primi a venirmi incontro saranno di sicuro gli amici
con i quali sono cresciuto, ho diviso i momenti più divertenti della
giovinezza, le risposte alle prime domande, le sfide al mondo dei grandi, le
partite a pallone, il banco di scuola, i primi lenti a luce soffusa. Poi si
affolleranno intorno a me tutti gli altri, gli amici da adulto e i parenti, e
di ognuno ricorderò un episodio, una frase, un tempo; ricorderò come li avrò
visti dissolversi nel tempo, come vapore, svanire, figure che diventano
indistinte e insignificanti se non fosse per l’amarezza che rimane.
Immagino che, inevitabilmente, alla già
numerosa compagnia si uniranno, a questo punto, gli amori che mi hanno
attraversato. Quello che credevo per tutta la vita, uno che poteva essere per
tutta la vita, un altro che arrivò nel momento sbagliato. Amori che hanno
tolto, portato via qualcosa, altri che hanno aggiunto, arricchito. Svaniti nel
nulla, alcuni.
A questo punto la stanza sarà affollata, per la prima
volta li avrò con me tutti insieme, e sicuramente sarà un’emozione forte
vederli, riconoscerli, ricordarli.
Sarà un momento di una smisurata
commozione e trepidazione e di sicuro coglierò l’occasione, irripetibile e
impareggiabile, per un globale, generale, complessivo e liberatorio.
Arriverà quel giorno, il sole tramonterà
– o sarà l’alba a lasciare posto al giorno, non ho ancora deciso – Davis o
Coltrane avranno finito di suonare e allora sentirò i rumori e le voci provenire
dalla cucina: le voci, di grandi e di piccoli, che mi piacerebbe sentire,
quelle che ho amato, che amo e che saranno rimaste ad amarmi.
Oppure sentirò il silenzio della casa.
http://www.anonimascrittori.it/unica-certezza-lillusione-di-sapere-mario-bucci/
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