“Se fossi meno sensibile e me ne fregassi
maggiormente degli altri otterrei molto di più... non ho più fiducia in nulla, la
vita mi ha insegnato che è inutile farsi in quattro per gli altri... Meglio
tirare i remi in barca e appartarsi al sicuro nella propria casa””
Queste
argomentazioni sembrano affermare una sorta di abdicazione alla vita, ma non
regge. Essa stessa esprime una scelta di vita, essa stessa è una direzione data
all’esistenza. Si potrebbe dire che la direzione sia orientata verso una linea
difensiva, verso una linea che cerca di limitare il confronto con il mondo e
quindi il rischio di una sconfitta.
Ma
quanto è reale questo vantaggio, quanto questa scelta ci consente di evitare un
malessere? E come è possibile stabilire se una certa direzione intrapresa sia
giusta o sbagliata? Il compito non è certo di facile soluzione, ma è importante
porselo, è importate capire dove si sta andando, poiché non tutti i punti di
arrivo hanno lo stesso valore.
Tuttavia
bisogna ammettere che la formulazione di questi quesiti è sicuramente mal
posta, in quanto non è possibile dare una risposta, perché nessuno può
formulare con certezza una lista di cose da fare per star bene. Diciamo
piuttosto che ognuno di noi ha la possibilità di cercare la propria lista di
senso.
E’
un fare che ci proietta verso possibilità, e potenzialità infinite.
E’
un fare che prende forma e slancio attraverso lo spazio dedicato ad ogni
desiderio, ogni speranza e ogni sogno.
E’
un fare che acquisisce il suo equilibrio
nella misura in cui tiene conto dei limiti e dei condizionamenti che
appartengono alla vita.
Del
resto ogni individuo ha imparato a leggere partendo dall’incapacità di leggere,
ha imparato ad andare in bicicletta partendo sempre dall’incapacità di
condurla. La natura umana, nei suoi limiti, nei suoi desideri e nelle sue
speranze, traccia la direzione della sua realizzazione, ed ognuno è chiamato ad
esprimere la sua originalità. Questa è la direzione che in tanti hanno
smarrito. Richiudersi nel proprio guscio non ci tutela dalle delusioni, poiché
siamo costantemente chiamati a fare i conti con i nostri desideri.
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