La grande massa, livellata nel tenore di vita, nella comodità di
cui gode, nei bisogni e nei gusti da una produzione sempre più standardizzata e
da una reclame sempre più meccanizzata, viene anche poi livellata nei sentimenti, nelle opinioni,
nelle idee da stampa, radio, cinema e televisione.
E questo livellamento degli
animi è assai più grave che il livellamento delle condizioni economiche e delle
forme di vita.
Stampa, radio, cinema e televisione che potrebbero essere
potentissimi mezzi di formazione culturale e di elevazione umana e spirituale,
tendono a rinunciare al loro compito, se non addirittura a tradirlo, per
diventare puri strumenti di svago.
Vogliono risparmiare agli utenti ogni livellamento degli animi e,
nelle nella reciproca concorrenza, sotto lo schermo di una mal conclamata
libertà artistica, finiscono con andare in cerca di quanto può saziare la più
vacua curiosità, e sollecitare gli istinti più immediati e più incontrollati. Ecco
che allora i giornali si riempiono di illustrazioni; la radio rovescia canzoni
e musiche che sono, troppo spesso, stimoli fisiologici più che opere musicali;
gli spettacoli cinematografici e televisivi surrogano il giudizio della
coscienza.
Ormai, questi elementi che dovrebbero essere fonte d’ispirazione e
di informazione, sono di fatto, gli irresponsabili educatori delle masse. Neanche
la scuola resa accessibile a tutti, è complice di tale deficienze, frequentata
com’è da una popolazione sovente troppo estranea agli interessi culturali, perché
la maggior parte di essa la cultura appare come una necessità da subirsi per
arrivare a una meta concreta.
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