Dove abitano
Giuseppe e Maria? Verso quale Egitto sono in cammino per sfuggire alla persecuzione
di Erode? E quanti Erode si nascondo oggi dietro la faccia multiforme del
potere?
Proviamo a
guardali in faccia e a chiamarli per nome: la violenza, l’intolleranza, il
razzismo, le dittature. E i loro figli naturali: la miseria, l’ingiustizia, la
fame. Il mondo intero è popolato di
Giuseppe e Maria in fuga con i loro figli in braccio verso nuove frontiere di
libertà e di vita.
Le vicende,
spesso terribili, dei profughi d’oggi si ricollegano a quella vicenda lontana,
eppure così attuale. Costituiscono una moltitudine imponete di milioni di
individui, sparsi per tutti i continenti e legati dallo stesso destino, e alla
ricerca di una nuova identità e di una nuova patria. Vivono in tende e campi di
raccolta ai margini dei grandi teatri della violenza, e attendono dal cielo,
come un segno del destino, l’aereo che li trasferirà verso terre ancora
sconosciute, mentre le radici originarie e il ricordo della comune genesi
resteranno come segno di una storia di sofferenza e di ingiustizie.
A duemila
anni da quel primo esodo sulla via dell’Egitto, il racconto biblico diventa
quasi un simbolo di un destino dell’umanità che non si rassegna alle
sopraffazioni del potere e cerca ad ogni prezzo la via della libertà e della
salvezza. La storia stessa del mondo, se
riflettiamo un attimo, è segnata dalla lotta eterna fra il potere e il debole,
tra sopraffazioni e persecuzioni, tra chi opprime e chi fugge.
i dati sono stati presi dal rapporto dell'UNHCR |
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