Secondo
la religione cristiana la vita dell’uomo è l’espressione di un progetto di Dio.
E Dio ha parlato all’uomo per svelargli
questo progetto, per guidarlo verso la salvezza eterna. L’uomo ha la
possibilità di ascoltare la parola di Dio e di meditarla attraverso la Bibbia. Le
vicende in essa descritte non mirano a una cronaca dettagliata degli eventi, ma
mirano, piuttosto a porre in risalto il senso di speranza e di sofferenza che
percorre la vita degli uomini. Quello che essi fanno viene valutato nella
chiave della pratica del bene e nel rispetto dei comandamenti.
Se
con la parola Dio parla agli uomini, è con la preghiera che l’uomo parla a Dio.
In fondo la preghiera è la disposizione del cuore a fare la volontà del Padre,
e questa disposizione ha la capacità di cambiare la vita dei fedeli, ha la
capacità di renderlo costante nella
pratica del bene.
La
cultura religiosa attribuisce alla “”parola”” una forza che risulta poco
rilevante per gli eventi scientifici. Anzi per essi “”la parola”” che non è un
elemento quantificabile, è la cenerentola del processo scientifico, utile solo
a trasmettere informazioni non certo a
produrre modificazioni della natura. L’acqua sgretola la roccia in virtù della
sua capacità erosiva, le parole, per quante se ne dicano, non la scalfiscono
neppure.
“”la
parola””, è qualcosa di etereo che non ha peso, non può essere la causa certa
di un risultato. La scienza usa “”la parola”” solo per spiegare in modo in modo
circostanziato la diversità fra
conoscenza e fede, fra ciò che ha un valore oggettivo e ciò che ha un valore
soggettivo.
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