Che
la Legge di Attrazione sia solamente una moda passeggera?E
se invece non è così?
Basta guardarsi intorno per vedere lo sfacelo intorno a
noi. Il sistema economico è collassato. La
qualità della vita per gli italiani sta peggiorando. Incertezza e paura
dominano sovrane! La finanza pubblica ormai è ridotta all’osso, le aziende
stanno fallendo una dopo l’altra, e Le imprese che ancora ce la fanno,
funzionano perché aggirano il sistema, e comunque zavorrate da un deficit nelle
infrastrutture. E la cosa peggiore in tutto questo, è che sono le tue tasche a
pagarne le conseguenze. E come se non bastasse l’inflazione continua a correre,
e anche se cerchi di risparmiare, per chi ci riesca ancora, il denaro vale
sempre di meno e tutti gli sforzi risultano inutili.
Tornando
allora alla domanda iniziale … ma allora
la legge di attrazione funziona? No!!
Il
nostro sistema è ormai obsoleto, bisognerebbe correre ai ripari, ma è pura
utopia. Perché fin quando si pensa in piccolo,
fin quando la pubblica amministrazione è culturalmente arretrata, prima
ancora che inefficiente. Non avrà una visione di quel che il paese potrebbe essere, e difficilmente si potrà vedere un
cambiamento.
Questa
è la visione mia personale, forse un po’ troppo cinica, ma tutto sommato
veritiera.
Non
c’è bisogno di essere dei marziani, per
poterlo intuire, ma quello che mi fa girare l’embolo, è sentire chi per diverso
tempo è stato nella stanza dei comandi, dove avrebbe potuto ma non ha voluto o
non ha potuto cambiar le cose. Ma quello che più di tutte mi regala una sana
incazzatura, è sentire dire che i giovani accettano rassegnati. Insomma come
suol dirsi “cornuti e mazziati”. Non
solo non hanno fatto nulla, senza nemmeno chiedere scusa. Ma al contrario
rimproverano le nuove generazioni per essere dei bamboccioni.
Leggendo
un articolo su un quotidiano nazionale, come immaginavo, sono tutt’altro che
rassegnati. Ogni mese centinaia di giovani, si registrano agli uffici A.I.R.E.
(associazione italiani residenti estero), e per più della metà hanno meno di 35
anni e nella maggior parte dei casi sono laureti. Molti partono per
migliorarsi, per seguire un’occasione di lavoro, per specializzarsi, e se ne
avranno la possibilità, sono determinati
a ritornare. Magari in una delle tante imprese, che malgrado la caduta verticale del nostro Pil
non hanno smesso di macinare lavoro,
puntando sulle innovazioni digitali, sulla
ricerca e lo sviluppo.
Insomma
i nostri giovani sono coloro che hanno deciso di essere prima di tutto se
stessi, e cittadini della globalizzazione, utilizzando le proprie energie per
inventare e sbagliare ogni giorno, partendo dal basso. Sul volto l’aria disciolta di chi non
chiede permesso pronto a scardina il
sistema. E la prima vittima sarà il cinismo di chi auspica che tutto cambi
perché nulla si muova davvero.
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