Stretta in un abito largo ed
ingombrante, irrigidita nella posa imposta dal fotografo, siede accanto a un tavolo.
Soltanto il nastro incrociato al collo con una spilla aggiunge grazia all’abbigliamento
severo, quasi monacale, in cui lei giovane donna è rinchiusa. I capelli scuri
sono divisi in due bande identiche e stretti dietro la nuca.
Donne impassibili
e distratte. Il volto è serio, freddo quasi insensibile, come per conformarsi
al modello femminile di integrità e rigore prescritto dall’opinione del tempo. Tanto
zelo nella sottomissione alle regole esteriori della comunità, trasmette
tuttavia l’impressione di una forzatura. Quel volto bianco, ingessato e passivo
non sembra che una maschera indossata per soddisfare le attese altrui, mentre
il braccio chiuso ed una mano che sfiora appena il corpo, lascia immaginare segreti
spazi interiori. una circolazione
trasparente e fluida di sogni e di idee, invisibili e ribelli.
Non esiste una definizione,
data l’estrema difficoltà, per definire una donna, possiamo però senza ombra di dubbio affermare che è: un concetto non assoluto ed estremamente
mutevole.
Posso concludere con l’affermazione del celebre
artista Munari: “Se volete sapere qualcosa di più sulla bellezza (io dico
donna), che cos’è esattamente, consultate una storia dell’arte e vedrete che
ogni epoca ha le sue veneri e che queste veneri, messe assieme e confrontate
fuori dalle loro epoche, sono una famiglia di mostri.
E mentre tutto cambia, una sola certezza resta:
“donna”, declinata nella mente femminile, è sempre stata e continuerà
ad essere arma di seduzione del sesso
maschile.
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