Spesso mi fermo a pensare se
abbiamo la libertà di decidere cosa fare, e nei momenti di maggiore isterismo
mi spingo addirittura a voler capire quale è il senso della vita.
Così anch’io, rientrando nella categoria dei folli, ho dedicato tempo, e per
fortuna non denaro, a cercare di capire se ciò che facevo era il risultato di una
volontà della mia testardaggine, oppure era semplicemente un binario prestabilito da parte del treno
costitutivo della mia vita. Se fosse la seconda ipotesi, cioè l’assenza di ogni
responsabilità dell’individuo su qualsiasi sua azione, egli risulterebbe un
semplice esecutore coatto di un fatto prestabilito dal destino.
Il discorso diventa ancor più complicato, se in esso si introduce l’esistenza
di Dio. Generalmente lo intendiamo come un’entità assoluta, eterna, creatrice
dell’universo, degli esseri umani, degli eventi della storia. Ma allora, gli
esseri umani sono semplici esecutori di azioni volute da Dio?
Credo che mi
stia sfuggendo qualcosa.
Sono ovviamente domande, ma
alle quali viene data una risposta consolatoria: "Abbi fede in Dio, tu non
puoi capire la grandezza di Dio" Oppure: "Dio ti ama, ti dà la
sofferenza per provare la tua fede, perché ti vuole vicino a Lui".
Il risultato? Una gran
confusione, e un profondo smarrimento, soprattutto tra chi vorrebbe credere in
Dio e alla sua grandezza.
Per trovare la mia risposta,
mi sono rifatto al mondo animale, e soprattutto ho preso in considerazione l’amico
per eccellenza dell’uomo: il cane. Capace di donare tanta gioia e procurare tanta tenerezza per la
loro gioiosità, e trarne noi stessi giovamento, per aver consentito la creazione
di vite felici. Ma poi la realtà arriva
e presenta il conto, riproponendo la solita domanda: "Che senso ha avuto la
sua vita"?
Il cane pensa di essere lui a decidere la sua vita, ma in effetti è solo
padrone di un aspetto minimo della sua
esistenza. C’è qualcuno al di sopra di
lui che stabilisce ogni fondamentale
aspetto per ragioni che, ben
difficilmente potrà immaginare. Sei tu che decidi quando è ora di mangiare, o
di andare a passeggio, o di andare dal veterinario!
l’esempio potrebbe apparire troppo lontano dalla realtà umana, ma basta un po’
di obbiettività, per capire che certe verità sono rilevabili dalle situazioni
di vita di qualsiasi animale, perfino di quelle dell’uomo.
È evidente che,
l’esistenza umana è scandita dal "fare": fare tutte quelle cose che
riteniamo giusto fare per difendere la nostra vita, i nostri ideali, i nostri
affetti, le nostre cose. È importante comprendere che per modificare le cose c’è
bisogno di coinvolgere le forze fisiche, di tirar fuori quel Kilogrammo che è
presente in te. Un falegname che volesse fare una sedia si mette a tagliare
pezzi di legno, a fissarli tra essi, e non aspetta che il destino faccia il suo
corso o magari aspetta la volontà di Dio.
Tutto questo ha anche un aspetto particolarmente inquietante nell’esistenza: l’aleatorietà del futuro. Ovvero, che ciò che ci succede è imprevedibile e non dipendente dalla nostra volontà: noi possiamo sì attivarci per perseguire uno scopo, ma l’eventuale raggiungimento dell’obbiettivo dipende sempre da fattori esterni non prevedibili o non conoscibili a priori. In ogni modo nel momento in cui arrivo al confine della mia vita, e mi ritrovo a pagare dazio per poter oltrepassare, non resto con il rammarico di non averci almeno provato, perché la gioia è sempre gioia, anche se non deriva da comportamenti intelligenti, e statene certi che i miei non lo sono di certo. Lo diceva anche Lorenzo il Magnifico quando saggiamente diceva: "Chi vuol esser lieto sia, del doman non vè certezza".
Tutto questo ha anche un aspetto particolarmente inquietante nell’esistenza: l’aleatorietà del futuro. Ovvero, che ciò che ci succede è imprevedibile e non dipendente dalla nostra volontà: noi possiamo sì attivarci per perseguire uno scopo, ma l’eventuale raggiungimento dell’obbiettivo dipende sempre da fattori esterni non prevedibili o non conoscibili a priori. In ogni modo nel momento in cui arrivo al confine della mia vita, e mi ritrovo a pagare dazio per poter oltrepassare, non resto con il rammarico di non averci almeno provato, perché la gioia è sempre gioia, anche se non deriva da comportamenti intelligenti, e statene certi che i miei non lo sono di certo. Lo diceva anche Lorenzo il Magnifico quando saggiamente diceva: "Chi vuol esser lieto sia, del doman non vè certezza".
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