Il risparmio, un valore educativo che insegnava ad utilizzare al
meglio le risorse disponibili e ad investire sul proprio futuro. Per questa
forma, più che per il credito nacquero le Casse di Risparmio e gli Istituti di
Credito. Questi istituti solevano consegnare ai ragazzi salvadanai, nei quali
depositare i propri risparmi.
Ma ormai già da tempo il vento è cambiato, quegli stessi istituti
ormai si accaniscono proprio contro quei ragazzi, inventando tassi, investimenti garantiti e obbligazioni subordinate;
consapevoli che l’asimmetria informativa tra banche e cliente è garantita dall’ignoranza
finanziaria in cui vessa il nostro paese. Per anni si è continuato e si continua,
purtroppo, a riporre la fiducia nei gestori dei nostri risparmi. Spesso addirittura
è assoluta, ed ecco che diventa facile piazzare qualunque cosa, ovviamente con
un occhio sul commissionale e l’altro (chiuso) per il rischio.
Non voglio aggiungere altro alle già tante analisi fatte sul
salvataggio delle quattro banche, che
nonostante vessassero da anni in grave
difficoltà a causa di cattive pratiche di amministrazione è commissariate
dal governo già da qualche anno.
Eppure la Boschi e family ci insegnano qualcosa di molto
importante, sui temi attuali e i suoi protagonisti: abbiamo finito di credere
(non che io ci abbia mai creduto) alla famosa solidità del sistema bancario
italiano e al corretto funzionamento dei controlli. Se facciamo qualche passo
indietro, senza andare troppo lontani, è facile intuire che c’è ben altro in gioco
che quattro piccole banche. Se avete dimenticato, vi rammento che Mps è ancora con
un piede nella fossa, la cassa di
Risparmio di Ferrara, la Veneto Banca, la Carife e tante altre sono sottoposte a cure da cavallo.
Ecco perché mi scandalizza quando gli economisti della nostra
bella Europa hanno pensato di introdurre il cosiddetto bail-in, un sistema
che prevede di salvare una banca utilizzando i soldi degli investitori invece
che quelli dello stato. A questo punto sembra
chiaro che: se tu hai voglia di investire o semplicemente aprire un conto
corrente, devi avere ben più che semplici nozioni sulla finanza. Immaginate milioni
di correntisti in fila davanti alle filiali di Banca per sostenere l’esame per
accedere a un conto o ad un portafoglio titoli!! E se malauguratamente non
superi il test, il diretto di banca ti esorta ad andar via perché la tua
competenza in materia di finanza non permette loro di usufruire (usurpare) del tuo denaro.
Quando saliamo su un aereo diamo per scontato che il pilota sia
stato sottoposto a visite che attestino la sua idoneità a volare. Se malauguratamente
succede un incidente si accerta l’eventuale errore umano, non ci viene
suggerito di studiare ingegneria o prendere il brevetto di volo. A maggior
ragione per la finanza.
In caso diverso siamo costretti ad accettare la filosofia di
Totò nel film Totò truffa: “Lo so dovrei lavorare invece di
cercare fessi da imbrogliare, ma non posso, perché nella vita ci sono più fessi
che datori di lavoro!”
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