Più volte lo avevo pensato, come se fosse un pensiero lasciato
naufragare nell’immenso oceano, e in pochi casi il pensiero e la riflessione
non mi rimandavano costantemente al mio percorso di vita e a cosa mi stava
preparando.
Oggi il mio post sarà molto breve, molto più conciso del solito, e
non può essere altrimenti. Non tutti conoscono, la storia dei miei ultimi
quattro anni, e non certo ho intenzione di assillarvi, anche perché non
pretendo comprensione. Ma finalmente si
chiude un cerchio aperto quattro anni fa, quando mio suocero decise di morire,
portando nel cuore di tutti un dolore molto più straziante e angosciante che di
una morte biologica. Da qui un
susseguirsi di eventi che non hanno fatto altro che portare scompiglio, a
partire dal licenziamento della mia dolce metà, avvenuta in modo molto beffardo. In autostrada tramite una telefonata dal suo
datore di lavoro, che gli preannunciava l’imminente arrivo di una lettera di licenziamento
per assenza ingiustificata, nonostante la richiesta fatta per mezzo fax con
tatto di certificato di morte (forse per lui non era lecito morire).
Ma rieccoci, dopo
quattro anni, in una fredda e limpida
mattina di gennaio. nuovamente fianco a fianco, davanti ad una basculante che si
apre, due anime che si salutano come in quei tempi migliori, quando ognuno per
la propria strada iniziava la sua giornata.
Quello che mi rimane, è la testimonianza di un percorso
estremamente lacerante, che non ha lesinato nello sporcarsi le mani, ma oggi
posso essere finalmente contento, perchè quel cerchio ha chiuso definitivamente il proprio raggio.
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