In questo post voglio
porvi una riflessione libera e senza pretese
che vuole solo essere manifesto di filosofia di vita. Saranno i miei …anta che
mi costringono a riflettere a fare un po’ di introspezione.
Mi piace guardare senza malinconia e nostalgici ricordi ciò che
mi circonda, capiamoci, io sto bene in questo corpo, lo spirito è saldo, ma
fondamentalmente mi chiedo: dove sto andando? E soprattutto come ci sto
arrivando?
Questi quesiti mi spiazzano,
mi mettono agitazione. Su chi sono oggi non ho dubbi, ma quest’uomo domani che
uomo sarà? Prima di tutto penso a ciò che non vorrò essere. Non voglio i
piaceri Take away e gioie low cost. voglio vivere tutto fino in fondo, con
calma, con lentezza, gustarlo con tutti i sensi, spirito compreso. Continuando
con le mie farneticazioni al grido viva la lentezza, mi complimento con la
lumaca.
Voi vi chiederete perché
proprio la lumaca? La lumaca è un grande maestro zen. Non ha mai fretta, gode di quello
che ha, molto semplicemente. Racchiude in sé la sintesi delle polarità
sessuali, una fusione di maschile e femminile che chiunque dovrebbe potenziare
interiormente, prima ancora di andare in cerca dell’anima gemella fuori di sé.
La lentezza non è pigrizia, è attenzione e presenza. È propedeutica a qualsiasi
pratica spirituale, di risveglio o di autorealizzazione che dir si voglia: non
c’è testo a tema evoluzione personale che in qualche punto non tiri fuori
l’aggettivo lentamente. Nella lentezza c’è il gusto di assaporare la
vita, di accorgersi dei dettagli, di vivere nel presente passo dopo passo.
Nella lentezza non c’è paura, c’è fiducia e assennatezza e c’è attenzione, il
principale veicolo catalizzatore di energia di cui possiamo disporre
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