Primo maggio, festa del lavoro? Sì, ma di quale lavoro? Non certo
inteso come diritto sancito dalla Costituzione. Ovvero, il lavoro è stato
considerato un valore che consente l'affermazione della personalità umana, e L'art. 4 dice che i cittadini hanno diritto al lavoro: e questa affermazione
va intesa nel senso che lo Stato si deve impegnare a intervenire nel sistema
economico per creare possibilità di lavoro per i cittadini; interventi di
questo tipo sono perciò un obbligo per il nostro Stato.
Chi sta al Governo dimentica i problemi reali della gente e
dimentica pure che non bastano le campagne mediatiche sul Jobs Act, in cui si
ripete che quel provvedimento dà lavoro, quando invece il suo risultato si è
rivelato alquanto esiguo e di sola convenienza per le aziende.
L’aumento mensile ha prodotto il prevedibile entusiasmo del
presidente del Consiglio Renzi che su twitter si è esibito nell’ottimismo
dispettoso di ordinanza: «I dati del lavoro? – ha scritto – Dimostrano che
#jobsact funziona: #italiariparte grazie alle riforme e all’energia di
lavoratori e imprenditori #segnopiù»
A marzo l’occupazione recupera ma, rispetto allo stesso trimestre
dell’anno scorso, la variazione dell’occupazione è pressocché nulla. Il mercato
del lavoro ristagna e, anzi, conferma l’andamento degli ultimi mesi,
coerentemente con il piccolo e incerto cabotaggio del Pil. Il 2015 era stato
considerato l’anno della svolta, l’anno dello strumento miracoloso, la lampada
di Aladino il Jobs Act, peccato che a ridimensionare gli entusiasmi arrivano
sempre i dati:
A marzo 2016 stima occupati +0,4% (+90 mila) su mese.
Tasso di
disoccupazione all’11,4% (-0,3 punti)
totale su base annua +0,1%
totale su base annua +0,1%
E giusto per essere chiari, per Eurostat la percentuale di
occupati in Italia è la più bassa tra i 28 paesi dell’Unione, fatta esclusione
per la Grecia. Quindi c’è poco da essere felici.
Non bisogna neanche dimenticare che il Jobs Act è giunto al
capolinea, che succederà ora che gli incentivi andranno a diminuire? È
stancante ed umiliante continuare a commentare questi numeri, senza far nulla a
livello strutturale. Un malato cronico non va curato con somministrazioni di
antibiotici … L’Italia riparte, ma il problema è verso dove!
Invece si continua la propaganda, come quando occorre comprare
consensi in periodi preelettorali. Mentre il paese continua a sprofondare, il
lavoro non esiste e i pensionati sopravvivono. la ripresa va stimolata in ben
altri modi, iniziando dalla riduzione del costo del lavoro, ma con tagli veri
non con promesse da marinaio …
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