“Ciao “vecchio” questa volta se
te lo posso dire non ti arrabbierai… ti scrivo
perché parlarti non è più possibile. Questo è il mio modo per non dimenticarti …
sono solo parole, ma adesso e pur sempre meglio che niente.
sono solo parole, ma adesso e pur sempre meglio che niente.
L'unico modo in cui ora posso
affrontare questa situazione è accettare il mio dolore e lasciarlo sfogare,
anche perchè riflettere su quel che si sarebbe potuto fare è unicamente un modo
per fuggire alla sofferenza di quel che ora è irreversibile e reale: la tua
morte.
Ci eravamo sentiti proprio ieri e
tu mi avevi assicurato che dopo il secondo intervento tutto procedeva bene. ma
entrambi lo sapevamo, e tu lo sapevi secondo me già da tempo che non ci saremmo
ne più visti ne sentiti.
Abbiamo vissuto pochi momenti
insieme, vuoi la nostra testardaggine, vuoi la lontananza, ma quei pochi
momenti sono stati intensi, ma ora non c’è ne saranno più nemmeno uno. Ricordo
ancora quando con il tuo fare patriarcale dispensavi consigli dicendomi di
tenere sempre un occhio rivolto a ciò che stai diventando, in modo da
cominciare a porre le basi della tua vita.
Hai passato gli ultimi due mesi in
un letto di ospedale, sapevo che quel sabato
di ottobre sarebbe stato l ultimo giorno che ti avrei visto… ma la speranza sai è sempre l’ultima a morire,
ed ora mi ritrovo a pensare a te e l’immagine
di te all’ospedale
Uno è il mio dolore, quello di
averti perso, uno è il mio pentimento, non averti visto ancora una volta; una è
la mia colpa, non essere stato lì con te quando sei andato via; una è la mia
domanda: sei sereno ora? Domanda a cui non c è risposta, domanda che mi rifarò
ogni giorno della mia vita…
Si dice che darei tutto per un’altra
occasione …. Venderei l’anima al diavolo per rivederti, ma so che non me lo
perdoneresti mai. Quando ci siamo salutati quel sabato di ottobre, sapevo in
cuori mio che non ti avrei più rivisto, era solo questione di tempo, e quando
stamattina è arrivata la telefonata avevo già capito che ci avevi lasciato.
Quando ti rivedrò sarai ormai
disteso dentro una bara, inerme e immobile, ma ho voglia di rivederti ancora
una volta, perché non voglio conservare quell’immagine di un uomo sofferente e
sfinito, intubato in un letto d’ospedale,
ma di un uomo che ha lottato fino alla fine.
Non ti dimenticherò mai. Meriti tutto il mio
rispetto per l’uomo e padre che sei stato, sarai sempre con me questo lo so,
avrai solo cambiato la forma. Io sono il figlio di mio padre e
sono fiero di esserlo. Questi giorni mi lascerò trasportare dal dolore e dal
peso della tua assenza, non preoccuparti perché presto le lacrime si
asciugheranno, resterà il dolore ma sarai sempre nel mio cuore …
Arrivederci papà
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