Chi non ha un prozio emigrato in America, in Germania, in Svizzera
o in Belgio con la valigia di cartone? Oggi da allora non è cambiato nulla. l’ultima
generazione è l’emigrante 2.0, l’emigrante con il bancomat, laureato con tanto
di master e dottorato che finisce oltre confine per trovare il modo di far
fortuna. Li chiamano cervelli in fuga,ma
spesso vanno all’estero a fare i camerieri o i lavapiatti. Proprio come un
secolo fa.
Se ne va la generazione concepita durante il secondo boom
economico. Il tempo in cui l'Italia si è riscattata dal suo passato. Partono
soprattutto loro. Quelli che hanno vissuto quel liberismo sfrenato, e quella globalizzazione
senza regole.
Non è la fuga dei cervelli che fuori confine inseguono la loro qualifica. Non si parte per realizzare il proprio sogno. Vanno per necessità, per disperazione, perché dopo anni di disoccupazione o di contratti saltuari non c'è alternativa.
È sicuramente un'emigrazione meno misera e drammatica. Internet aiuta a tenere i contatti, a non perdersi. Ma dentro, nell'animo, lo strappo è altrettanto forte. Emigrare è vero è una presa di coscienza volontaria, ma questi giovani sono anche il ritratto di un paese che questi ragazzi hanno deciso di abbandonare perché continua a non ascoltarli. È come il capotreno che responsabile del treno che li porta al futuro, all’improvviso decidesse di fermarsi e non ripartire.
Non è la fuga dei cervelli che fuori confine inseguono la loro qualifica. Non si parte per realizzare il proprio sogno. Vanno per necessità, per disperazione, perché dopo anni di disoccupazione o di contratti saltuari non c'è alternativa.
È sicuramente un'emigrazione meno misera e drammatica. Internet aiuta a tenere i contatti, a non perdersi. Ma dentro, nell'animo, lo strappo è altrettanto forte. Emigrare è vero è una presa di coscienza volontaria, ma questi giovani sono anche il ritratto di un paese che questi ragazzi hanno deciso di abbandonare perché continua a non ascoltarli. È come il capotreno che responsabile del treno che li porta al futuro, all’improvviso decidesse di fermarsi e non ripartire.
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