Manca ormai meno di un mese, per il 4 dicembre, data nella quale si terrà il referendum per approvare o respingere una serie di modifiche alla nostra Costituzione.
Era il lontano 1 gennaio 1948 quando entrò in vigore la
Costituzione della Repubblica Italiana, quando tutti i partiti politici, e
sottolineo tutti compresi i monarchici,
erano riusciti a superare infinite divergenze per realizzare, tutti
insieme un capolavoro sociale, che guardava ai bisogni dei cittadini più che agli interessi di questo o quello
schieramento politico.
Quel patto per sessant’anni
ha garantito la democrazia. Certamente c’è ancora margine di miglioramento per
portare a termine il progetto dei padri
costituenti, e a questo fine non è detto che la costituzione non possa essere
modificata. Ma sicuramente i problemi dell’Italia non potranno essere risolti
solo con una semplice riforma, che per altro, registra pareri contrapposti
anche tra gli studiosi e giuristi più competenti. Ormai già da troppo tempo,
spesso con toni accesi, ben diversi da
quanto meriterebbe un argomento così delicato, vengono sprecate troppe energie, continuando
ad inasprire i rapporti. L’argomento più
frequente è quello “”dell’ora o mai più”” drammatizzando sugli effetti di una
vittoria del Si o del No.
Sull’esempio dei padri costituenti, forse una maggiore
lungimiranza avrebbe evitato questo poco edificante siparietto, tra i vari
partiti politici, che in nome dei diritti e delle libertà, non fanno altro che
difendere le proprie poltrone.
Orami siamo all’epilogo finale, e il rischio anche questa volta, in
molti andranno a votare, sulla base di
slogan superficiali ed ingannevoli, più che per reale conoscenza della materia
sulla quale ci si deve esprimere. L’invito che vi rivolgo, è quello di
informarvi prima di andare alle urne, anche perché questa volta non si sarà un
quorum minimo. Il risultato sarà valido
a prescindere dal numero dei votanti.
Ricordate che la stabilità di uno stato, risiede proprio nella
stabilità della Costituzione, e che essa non è alla mercè della maggioranza del
momento. Essa è la fonte di legittimazione e limitazioni di tutti i poteri. La Costituzione
può e deve essere aggiornata, ma queste devono essere condivise e soprattutto
essere coerenti con i principi della Carta del 1948.
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