Che cosa è la bellezza!!
è un interrogativo che ha occupato e continua ad occupare la mente. Solitamente la nostra concettura è quella di
inseguire ideali estetici, andando in palestra, seguendo una dieta povera di
dolci e snack poco salutari, usando creme e prodotti per la bellezza. Eppure la bellezza
non è questa!!!
La bellezza non ha un fine, non ha alcuno scopo, essa è solo un gioco di cause ed
effetti senza finalità. l’uomo ha un forte limite, può conoscere soltanto il
fenomeno, può conoscere solo il mondo come gli appare in quanto filtrato dalle
sue stesse strutture conoscitive: spazio, tempo, categorie e idee, ma non può
assolutamente raggiungere la realtà quale è in se stessa. La cosa in sé è
inconoscibile.
La bellezza è
assolutamente al di là delle nostre possibilità di conoscenza. La bellezza è una qualità che esiste
solo nella mente, di chi, avendo trovato il senso del proprio valore, della
propria armonia interiore, riesce a scorgere queste stesse cose all'esterno,
negli altri, nelle situazioni quotidiane.
Il bello,
non deve essere erroneamente fatto coincidere con la mera materialità di labbra
siliconate, seni plastificati, volti in stato di perenne mummificazione, oppure
a passeggeri momenti di rilassatezza e appagamento dei sensi primordiali. Il
bello deve essere qualcosa di più nobile, di più elevato, qualcosa di non
necessariamente legato alla fisicità. Ma deve essere un qualcosa che ci
accompagni ogni giorno, guardando un paesaggio o
un tramonto, incontrando una persona, vivendo una relazione, ammirando un’opera
d’arte, ascoltando una musica. La bellezza deve essere legata ad un
senso di quasi puro misticismo.
La Bellezza è l’unica cosa contro cui la forza del tempo sia vana. Le
filosofie si disgregano come la sabbia, le credenze si succedono l’una
sull’altra, ma ciò che è bello è una gioia per tutte le stagioni, ed un
possesso per tutta l’eternità.
Dunque che
cos’è la bellezza?
Ebbene, è
difficile trovare una risposta ad un quesito comprendente così tante
sfaccettature abbraccianti sia i campi dell’io e dell’individualità, che i
campi della fredda obbiettività, tuttavia, cercando di dare una soluzione a
questo interrogativo, ben ci si può rifare a quanto Dostoevskj fa urlare ad uno
dei suoi personaggi: “La bellezza: che tremenda e orribile cosa! Là gli opposti
si toccano, là vivono insieme tutte le contraddizioni!”.
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