venerdì 21 febbraio 2014

BUROCRAZIA O CRETINOCRAZIA?


Il suffisso crazia indica il potere detenuto dal prefisso. Per Marx era: lo stato immaginario accanto allo stato reale, per Creuze: un insieme di circoli viziosi.

La burocrazia si basa su regole, rituali e procedure impersonali, astratte e immodificabili; con il tempo però si  è appoggiata sempre più a metodi quantitativi. In Italia, chiunque voglia dar vita a un’impresa è scoraggiato dalla pletora di burocretini, che esercitano,  il potere del timbro.  Per colpa loro i tempi diventano lunghissimi e l’esito incerto.

 “Il paziente è morto”, ma se la procedura è stata rispettata, non ci sono problemi, di fronte ad una critica per comportamento inadeguato, è consueta la giustificazione puerile: “ho fatto quanto mi era stato detto”, oppure la più assolutaria: “la procedura vigente non è stata violata”!!!

Purtroppo però certe disgrazie avvengono, proprio perché chi doveva scongiurare si è attardato a capire come comportarsi, per evitare fastidi, o di decidere chi dovesse intervenire per primo. Le tragiche alluvioni di questo ultimo periodo ne sono un esempio.

Il massimo avviene quando si cerca di integrare i codici, con eccezioni e casi particolari, questi sono degenerati in una cosa mostruosa e complicatissima, dai risvolti Kafkiani. Ecco il proliferare di commercialisti, giuristi e avvocati, che riescono ad argomentare interpretazioni anche contrarie allo spirito della legge originale. Di burocrati è piena la nostra società, e, mentre noi andiamo a picco, cresce la loro lotta in difesa della cretinocrazia (altro potere molto simile alla burocrazia). Ne deriva che in ognuno di noi si annida un piccolo o grande burocrate.

Giovanni Giolitti diceva: “per i nemici è i poveracci la legge si applica, per gli amici, e i potenti, si interpreta

chi, se ne approfitta, e nel contempo si lamenta della burocrazia ….è un villano


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