Ancora un otto marzo, ma cosa ci sia poi da festeggiare ancora non l'ho capito, voglio comunque porgervi non gli auguri, perchè li ritengo mediocri ma un elogio, a voi e a questo 8
marzo, non voglio però farlo con i soliti convenevoli, e poi regalare ad ognuna di voi una mimosa mi sarebbe costato una fortuna, siete in troppe, e non lo ritengo
necessario, ma voglio farlo a modo mio con un gesto simbolico:
stendendo la biancheria. Voi vi chiederete il perchè? perchè anche un gesto cosi banale come stendere i panni può essere difficile. Quando stendo il bucato non
lo faccio mai nella maniera giusta. E non perché sono un uomo, ma perché alla fine per me va
bene tutto anche stenderlo in maniera approssimativa, tanto si asciugano
comunque, ingenuamente penso. Invece no, c’è un ordine anche in quello, un
rituale che è utile sapere. Meno male che c’è una donna a ricordarmelo,
altrimenti mille altre volte lo farei per come capita.
Perdonatemi questa dotta digressione, ma come tutti gli
anni è arrivata la festa della donna,
quell’essere che tende alla perfezione, perché noi uomini, diciamoci la verità,
perfetti non lo saremo mai. Brontoloni, pasticcioni, spesso convinti che basti
sorridere, basti l’ironia, basta vivere per essere, ma non è cosi, a
ricordarcelo sono sempre loro, che con coraggio affrontano il quotidiano, loro
che ci guardano come fossimo marziani, ma poi ci amano comunque….
Le nostre lande sono come
quel bucato messo lì, ad asciugare a caso, tanto è lo stesso, forse hanno
ragione loro, lo stesso non lo è, ma siamo molto limitati per capirlo.
L’otto marzo è la festa della
donna, una festa pressoché inutile, vuota e paradossale, perché per chi le ama,
per chi riconosce il mondo femminile un qualcosa in più, non vè bisogno di
feste. La donna è una festa continua, anche quando è stanca, anche quando è
affaticata e triste, anche quando non ne capiamo i moti e i giorni. Una festa
perenne, così almeno dovrebbe essere anche quando non le capiamo.
Buon 8 marzo, donne, tutte
indistintamente. Buon 8 marzo soprattutto a quelle che soffrono perché un
bastardo anche oggi al mondo c’è armato di violenza.
L’8 marzo, acquista un senso,
solo se lottiamo al loro fianco, ci schieriamo dalla loro parte, con tutta la
forza che abbiamo perché questo mondo sia migliore. Questo non so se mi porterà
a stendere i panni in maniera corretta la prossima volta che svuoterò la
lavatrice in sua assenza, ma il pensiero di lei mi porta sempre a sorridere, ad
andare avanti, a cercare soluzioni. Il pensiero di lei mi spinge ad amare
sempre più forte.
È già un miracolo questo? Indubbiamente
si, ma non fraintendetemi, ve ne prego. Sono le donne, loro stesse che devono e
possono forse ancora più di noi, (armati solo di un pezzo di carne in più) fare
qualcosa per loro stesse.
ESSERE FELICI, A PRESCINDERE
PURE DA NOI. È QUESTO L’AUGURIO CHE VI LASCIO
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