Calarsi
nelle viscere della storia dove per milioni di uomini il tramonto è arrivato
prima dell’alba, non è solo impegno civile e morale, ma anche un esperienza
irrinunciabile. Le celebrazioni per il centenario dallo scoppio della grande
guerra (28 luglio 1914) sono ormai cominciati.
Questa
guerra ha reso sistematici i massacri collettivi, le distruzioni di intere
popolazioni, voluta dal desiderio di
potere e contraddistinta dai pregiudizi. Ha sconvolto l’umanità non solo dal
punto di vista materiale, ma anche nei suoi più radicati convincimenti, in ciò
che la cultura dei popoli aveva di più prezioso. Il brutale annientamento dei
valori umani ma anche la loro accanita difesa hanno caratterizzato il
conflitto.
Abbiamo
il dovere di rendere omaggio a coloro che hanno dato la vita per difendere la
civiltà e la libertà, e di ricordare alle generazioni contemporanee le loro
sofferenze e i loro sacrifici. Purtroppo l’immagine del mondo che sempre più si
va imponendo e quello di continui conflitti proprio mentre si perfezionano i
mezzi di comunicazione e i motivi per cooperare diventano espliciti. La gravità del pericolo comincia tuttavia ad
essere largamente avvertita, e fa emergere l’aspirazione di una pace duratura,
fondata sul rispetto dei diritti umani e della libertà. Tutti noi abbiamo il
compito di partecipare a un vero rinnovamento dei valori, dando loro il
significato di una ininterrotta continuità tra i diritti di ogni uomo. La celebrazione
del centenario dell’inizio della prima guerra mondiale ci ricorda questo dovere
e ci esorta a compierlo.
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