La
cordialità schietta e autentica e virtù piuttosto rara. Cordiale significa
proveniente dal cuore. La cordialità che appartiene al corredo della buona educazione
e alla tecnica del saper vivere è indubbiamente cosa lodevole ma non esprime
appieno e nell’intimo il significato spirituale di una virtù, che fin nel suo nome si annuncia come voce del cuore,
(cor, cordis) quello che i latini
meglio chiamavano animus.
Non sempre infatti le buone maniere esprimono
animus, la bontà dei modi, la semplicità affettuosa del comportamento possono,
anche senza esplicita finzione,
costituire un’innata o acquisita
tattica sociale proprio di coloro che sanno stare al mondo e conoscono l’arte
di piacere al prossimo.
Cordialità
apparente, che è un vero e proprio gioco di recitazione, messo in opera dai
furbi per ingannare gli uomini semplici e ingenui. Dietro l’aria più gioviale e servizievole
spesso non vi è un animo benigno e gentile ma uno spirito fatuo e corrotto che
vuole apparire diverso da ciò che è, ingannando forse anche se stesso.
L’uomo
veramente cordiale, è animato dal sincero proposito di vivere incontro al
prossimo, egli è benevolo per cortesia e gentilezza d’animo e si adopera nel
limite delle sue possibilità. Esistono tuttavia persone buone incapaci di
cordialità, ed esistono uomini affabili e corretti privi di comunicatività
cordiale.
La
sfera della cordialità è quindi confinante con quella della bontà e della
cortesia ma non è confondibile con esse. Se giudichiamo un uomo cordiale, nel
senso forte e vivo che questo aggettivo possiede, non soltanto ci è impossibile
dubitare della sincerità dei suoi propositi, ma avvertiamo altresì nel suo
comportamento un che di irradiante. Si crea un’atmosfera di confidenza e quasi
di solidarietà, per cui vedremo quell’uomo che sta di fonte a noi come il
nostro simile e il nostro prossimo, non
più come “”un altro”” estraneo al nostro destino.
La cordialità che sembra cosa tanto umile, “”tanto
alla buona”” è invece uno dei valori spirituali più alti.
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