Pensando alla «libertà » mi sono accorto quanto questa parola ha subito una sorta di mistificazione. Paradossalmente,
però, mi sono reso conto che la causa non è il significato in sé, (libertà: Capacità
del soggetto di agire o di non agire, senza costrizioni o impedimenti esterni).
Ma quanto gli effetti dell'abuso
ideologico di questa parola.
«Cos’è per te la rivoluzione?» spesso l’dea che ci accomuna,
è quello di raggiungere il proprio stato di libertà basandoci su idee
rivoluzionarie. Ma la libertà non è rivoluzione; poiché le rivoluzioni nascono dall’antagonismo,
dal momento che è solo opposizione, e l’opposizione non può mai essere liberale.
Assodato che la libertà non può essere rivoluzione. Quella di
cui voglio parlarvi io è puramente
un’astrazione, nasce da un concetto ideologico basato sugli ideali individuali.
Perchè l’idealista non è un rivoluzionario. L’uomo con un’ideologia si occupa
di idee, di parole, e non di azione. La rivoluzione basata su un’idea, per
quanto logica, non può portare all’eguaglianza, poiché, la funzione stessa
dell’idea è quella di separare le persone.
L’esempio lampante è: un qualsivoglia credo, religioso o
politico, che pone gli uomini contro gli
uomini. Non a caso, le cosiddette religioni hanno diviso le persone, e
continuano a farlo: il credo organizzato, chiamato religione, è, come una qualsiasi
altra ideologia della mente e quindi separativa. Noi con le nostra ideologie
stiamo facendo la stessa cosa, non vi sembra?
Vorreste salvare il mondo, ma nessuno di voi vuole realizzare
un mondo migliore: il vostro obiettivo sta solo nel plasmare il mondo in
ossequio alla vostra idea, secondo la vostra modalità. Come può quindi l’idea
portare all’eguaglianza? noi siamo tutti uguali, sebbene si possano avere modi
diversi. La diseguaglianza è presente a tutti i livelli dell’esistenza: uno ha
una capacità, un altro no; uno comanda, e gli altri lo seguono; uno è ottuso, e
l’altro è sensibile, sveglio, adattabile; c’è chi scrive o dipinge, e chi
vanga; chi è scienziato, e chi spazzino.
Ma agli occhi del divino, siamo tutti uguali, noi siamo prima
di tutto ciò che l’idea rappresenta, e solo in seguito siamo degli individui
con funzioni diverse, in cui possono esistere sfumature, che però esulano
dall’ideologia. Questo è precisamente ciò che ogni credo organizzato ha
proclamato. siamo tutti uguali, ma nelle capacità individuali c’è variazione;
la vita è una, ma le divisioni sociali sono inevitabili e sostituendo
un’ideologia con un’altra non hai cambiato il fatto fondamentale: ogni gruppo o
individuo tende a trattare l’altro come inferiore.
L’ineguaglianza è un fatto, una realtà, e nessuna rivoluzione
potrà mai cambiarla. La cosiddetta rivoluzione non fa altro che sostituire un
gruppo con un altro: e il nuovo gruppo assume quindi il potere, e per
rafforzarsi determina i propri privilegi. Ma così non è stata abolita
l’ineguaglianza, non credi?
E invece forse potrebbe esserlo: questo però, solo quando il
mondo intero la penserà allo stesso modo, quando tutti avremo la stessa idea,
solo allora si potrà avere una fratellanza tra i vari credi, e di conseguenza
raggiungere l’eguaglianza ideologica, «tanto cara ma nemica di tutti»
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