siccome
tutto è Provvidenza, anche la vergognosa pagina di storia italica, è utile per leggere attentamente, senza paraocchi, e, soprattutto, senza conformismi l’eccesso
di zelo che ci regala la nostra ipocrisia. Riuscendo a creare più imbarazzo di quanto non ne voglia
togliere.
E, come un
fiume carsico, attraversa ancora molti territori della cultura, dell’arte,
della politica, del costume, determinando ancora una dittatura della visibilità,
agevolata dal sonno di un popolo distratto.
Non bastava la
figuraccia internazionale fatta ai musei capitolini, dove le sculture classiche
con parti del corpo nude sono state "imballate" per nasconderle agli
occhi del presidente iraniano Hassan Rouhani.
Non bastavano
i tentennamenti parlamentari sulle coppi di fatto, adesso ci si mette anche la TV, che dopo la messa in onda, all’inizio dell’anno, sui canali Mediaset del
film "50 sfumature di grigio" e dopo le proteste dei genitori del Moige. Mamma
Rai e altre reti televisive preventivamente, hanno deciso che di
sesso si può parlare soltanto in seconda serata.
E mentre si
corre ai ripari, per non far sapere che il sesso esiste e che potrebbe essere
insegnato. Gli adolescenti e pre-adolescenti se ne stanno nelle loro camerette
a guardarsi video porno o violenti.
Un’altra
occasione sprecata per avvicinare genitori e figli sulla vita segreta dei
teenager, e collegare il sesso in una giusta dimensione di sensibilità
pedagogica. Certamente i meno scandalizzati
sarebbero certamente gli adolescenti; per loro sexting o happy slapping
sono realtà che vivono giornalmente persi tra il mondo reale e quello virtuale.
Ora come
quarant’anni fa, di sesso se ne parla anche troppo, e oggi come allora sono sempre gli amici più
svegli che indottrinano i loro pari sugli oscuri oggetti del desiderio. È estremamente
ipocrita, e incredibilmente miope, pensare che l’età giusta per parlare di
sesso la debbano decidere i genitori,
che oscillano tra l’indifferenza e l’esclusiva, con l’idea di essere padri
padroni part-time, impegnati dal lavoro e dalle partite di calcio.
Se davvero è
necessario costruire una società nella quale nessuno debba vergognarsi, allora
resta in bocca l’amaro dell’ipocrisia, tanto più in un contesto dove immagini allusive debordano anche in modo
subliminale in ogni ora e in ogni fascia di palinsesto.
Una domanda
che forse appare retorica, e che non ha fatto altro che confermare i miei
dubbi: perché dobbiamo vedere la
questione sessuale come una qualcosa di proibito? Pensate quanto è assurdo
considerare vergognoso e passare sotto silenzio quello da cui siamo nati,
quello che ci ha donato il respiro. Quando invece niente al mondo esige una
discussione quanto il sesso. Pensare che l’educazione sessuale è una materia di
studio obbligatoria in Europa. Mentre l’Italia resta l’unico paese in cui è un tabù.
Voglio
lanciare una provocazione:
Perché nonostante
la laicità della scuola pubblica, bisogna continuare ad insegnare la religione
cattolica. E destinare quei soldi per introdurre una disciplina obbligatoria
per statuto europeo come l’educazione sessuale?
Già dimenticavo,
il nostro è uno strano paese, capace di alimentare paure e costruire false verità, secondo cui la
scuola insegnerebbe che si può scegliere se essere maschi o femmine e che
comunque diverrebbe obbligatoria la cosiddetta “educazione gender”…
… Meglio parlare di unicorni e asini volanti …
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