Sin da ragazzi ci hanno insegnato che sono le persone a fare la storia, forse è vero. Ma se fosse vero il contrario? Cioè che sono i luoghi che fanno le persone e suggeriscono le storie?
Diversamente da
molti miei coetanei ho avuto una famiglia eccezionale, dove la comunicazione era al primo posto e tutte le opinioni erano
ascoltate anche se non condivise. Questo mi ha permesso di vedere il piccolo
mondo che mi circondava con occhi diversi. Sono stato sempre considerato
un eccentrico visionario, forse perché le norme non mi sono mai piaciute, ma mi
adeguo come tutti, e vivo di nevrosi come tanti.
Spesso lo accompagno
proprio in quel vecchio ospedale, che oggi è diventata la sede del servizio della
fragilità sociali. Spesso si ferma davanti al padiglione dove era ospitato, un
vecchio edificio ormai fatiscente ed abbandonato. Resta per qualche minuto in
vero e proprio silenzio, e poi mi chiede: “senti le loro voci, senti i lamenti”.
E comincia il suo
racconto: quanti anni trascorsi a
misurare le parole che ti uscivano dalla bocca, sorridere agli infermieri che
sentendosi onnipotenti cercavano di
farmi perdere il controllo, per poi legarmi al letto. Quanta fatica fatta a
cercare di rimanere lucido nonostante tartassato da psicofarmaci. Poi si ferma
e mi guarda con aria seria, e dice: ti posso garantire che molti di noi siamo
solo poveracci, e siamo nati non per sfiga, non certo perché matti, ma perchè costretti a
sopravvivere come cavie umane.
Se qualcuno di voi
starà pensando che gente come violentatori o pedofili meritano questa fine,
abbraccio la vostra causa, ma non è questo che intendo trasmettere. Ma di
quanto la gente sia così superficiale, semplicemente perché se un problema non
ci tocca, è molto facile fregarsene. Provo tristezza per gli arroganti e il
loro ego, forse perché il confine che ci separa dalla follia è come un segno di
matita, facile da cancellare senza accorgersene. I manicomi sono stati chiusi,
ma i luoghi di reclusione esistono ancora, esistono muri e frontiere dove
ributtare gli indesiderati, non parlo di immigrati, ma magari proprio del tuo
vicino di casa ...
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