Il suffisso crazia indica il potere
detenuto dal prefisso. Per Marx era: lo stato immaginario accanto allo stato
reale, per Creuze: un insieme di circoli viziosi.
La
burocrazia si basa su regole, rituali e procedure impersonali, astratte e
immodificabili; con il tempo però si è
appoggiata sempre più a metodi quantitativi. In
Italia, chiunque voglia dar vita a un’impresa è scoraggiato dalla pletora di
burocretini, che esercitano, il potere del
timbro. Per colpa loro i tempi diventano
lunghissimi e l’esito incerto.
“Il paziente è morto”, ma se la procedura è
stata rispettata, non ci sono problemi, di fronte ad una critica per comportamento
inadeguato, è consueta la giustificazione puerile: “ho fatto quanto mi era
stato detto”, oppure la più assolutaria: “la procedura vigente non è stata
violata”!!!
Purtroppo
però certe disgrazie avvengono, proprio perché chi doveva scongiurare si è
attardato a capire come comportarsi, per evitare fastidi, o di decidere chi
dovesse intervenire per primo. Le tragiche alluvioni di questo ultimo periodo
ne sono un esempio.
Il
massimo avviene quando si cerca di integrare i codici, con eccezioni e casi
particolari, questi sono degenerati in una cosa mostruosa e complicatissima,
dai risvolti Kafkiani. Ecco il proliferare di commercialisti, giuristi e
avvocati, che riescono ad argomentare interpretazioni anche contrarie allo
spirito della legge originale. Di burocrati è piena la nostra società, e,
mentre noi andiamo a picco, cresce la loro lotta in difesa della cretinocrazia
(altro potere molto simile alla burocrazia). Ne deriva che in ognuno di noi si
annida un piccolo o grande burocrate.
Giovanni
Giolitti diceva: “per i nemici è i poveracci la legge si applica, per gli
amici, e i potenti, si interpreta”
chi, se ne approfitta, e nel contempo si
lamenta della burocrazia ….è un villano
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