Oggi voglio stressarvi non con un
particolare fatto di cronaca ma, con un sentimento d’incertezza sempre più diffuso,
la percezione che la ricchezza sia
distribuita in maniera meno equa rispetto al passato. E la domanda che
voglio porre anche a voi, è questa:
è aumentata la povertà relativa o è diminuita quella assoluta?
Il
concetto parte da una semplice certezza, la globalizzazione ha fatto si che, un
imprenditore scelga dove meglio conviene produrre il proprio prodotto. Ecco che
adesso qualcuno mi sta dando del matto, ma per farmi capire meglio cosa voglio
dire vi faccio un esempio:
Hai
ereditato, dal tuo zio d’America, una
somma assai cospicua di denaro. Allora capisci che è giunto il momento di cominciare una nuova avventura, avviare una tua attività produttiva. E dopo una ricerca di mercato, sei
indeciso se investire tutto in una azienda che produca profilattici, o casse da
morto (parliamoci chiaro sono due rami di mercato che non temono la crisi).
Grazie
alla globalizzazione, decidi di avviare la tua produzione in qualche parte
remota dell’Est europeo, ma vieni convinto dai rappresentanti politici della
tua zona a desistere dal proposito, e creare la propria azienda sul territorio, in modo da assicurare lavoro
e benessere ai tuoi concittadini. Poi però ti rendi conto che, le famiglie dell’Est
sono ben più povere dei tuoi concittadini, e il tuo vantaggio fiscale si sposa
a pennello con il vantaggio dato alle famiglie dell’Est. Grazie al tuo salario
possono ristrutturare le loro case fatiscenti risalenti al regime sovietico. Allora
decidi di creare la tua azienda made in Italy in Croazia, non tanto lontano dai
confini, anche perché in fin dei conti sei Italiano.
In questo modo però non
hai fatto altro che aumentare la povertà assoluta del tuo paese, aggiungendo
alla crisi altra crisi, ma hai ridotto quella relativa.
La
morale è che: Il sommo cinismo rivestito della più falsa carità, accomunato
agli egoismi nazionale, non ha fatto altro che aumentare la povertà assoluta.
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