Mi
colpì una volta la frase di una vecchietta: “Una donna o ama gli animali o
mette al mondo dei bambini”. Riduttiva come ogni provocazione, ma a volerla
analizzare contiene più di qualche verità.
Pensate
a questa frase, a mio avviso detestabile: “Sono meglio le bestie che le persone”.
Secondo gli analisti, l’uomo oggi vive in una sorta di parossismo, sfociando
in una forma di asocialità e di disturbo. In
parole povere, non difendere chi non ha coscienza è un modo per dimostrare
la sua pochezza. Questi per me sono concetti da censurare al pari della
pedopornografia, per la loro pericolosità psicologica.
Penso
che sia necessario un distinguo tra chi
difende con coraggio gli animali, cercando un
equilibrio tra specie, e chi di questa battaglia ne fa il proprio totem
per annegare le proprie frustrazioni. Per secoli il rapporto tra specie si è
consumato in una serena convivenza, lontana da morbosità. Giusto che le
emergenze abbiano provocato la nascita
di una diffusa coscienza, ma una cosa è provare piacere ad accarezzare un
cucciolo, o salvare un leone marino, un’altra è divinizzare gli animali.
Gli
animali vanno trattati da tali, con rispetto e senso civico ma mantenendo le
distanze. Questo è a mio avviso il modo più conveniente di amarli. Compiango
chi ci si relaziona con loro come se lo facesse con un proprio simile, dimostrando
la sua inadeguata partecipazione alla vita sociale.
Nessun commento:
Posta un commento