lunedì 24 febbraio 2014

QUESTIONE DI TEMPO .....

“Il tempo non è mai abbastanza”: lo sentiamo dire sin da bambini. Ce lo dicevano le nostre nonne, e a loro lo dicevano le loro madri. Naturalmente, se pensiamo ai ritmi tipici di una società contadina, in cui vivevano i nostri avi, e li paragoniamo a quelli odierni, ci viene da sorridere. La penuria di tempo lamentata dalle bis-nonne noi lo consideriamo un’abbondanza senza limiti: ai tempi della Società in rete, la vita, mentre si espande negli anni grazie ai progressi della scienza e della medicina, si comprime nella sua organizzazione; le giornate delle persone comuni sono cadenzate come quelle di un manager: colazione, lavoro, palestra, lavoro, spesa, figli a scuola, figli in piscina, cena con gli amici, telegiornale della notte, sonno (rapido, anch’esso)…
  
Naturalmente esistono tempi e tempi: il disoccupato, povero di lavoro, è ricco di tempo. All’inverso l’occupato, ricco di beni materiali, soffre invece una preoccupante carenza di tempo. Robert Reich, che fu ministro del lavoro nella prima amministrazione Clinton, racconta di aver dato le dimissioni da quello che considerava il “lavoro più bello del mondo” quando si rese conto che, svolgendo una attività che lo gratificava, dedicava tutto il suo tempo soltanto a quella: “Avevo perso contatto con la famiglia, vedevo poco mia moglie e i miei due figli. Avevo perso contatto con i vecchi amici. Cominciavo perfino a perdere contatto con me stesso…”

Naturalmente, man mano che si prende coscienza del fenomeno del dissolvimento del tempo libero, aumentano anche i tentativi di riportarlo “sotto controllo”. Quasi tutti passano per operazioni di restyling: bisogna intervenire sul tempo.


Quindi cosa aspettate, chi ha tempo non aspetti tempo ….. !!!!

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