Ditemi quante volte la tua insegnante di italiano, si proprio lei,
quella vecchia zitella isterica, ti ha
mandato dietro la lavagna dandoti del somaro? Io tante. Oggi questa forma di ludibrio mi manca, e se
fosse mai possibile riesumarla il sistema scolastico italiano meriterebbe di
essere trattato così. Perché nel cimitero dove giacciono, insepolte,
sintassi e ortografia, accenti e apostrofi si confonde in un'unica insalata
nizzarda la lingua italiana
L’Italia che è il paese dei
miracoli, dei santi e dei poeti , i
futuri Dante e Petrarca, se esistono, sembrano poco inclini alla lettura, e
ancor meno intenti a comprendere il significato di quel poco che hanno avuto
l’avventura di sfogliare. Il linguaggio è interconnesso con il pensiero,
che è alla base della cultura di una nazione, e sia che si chiami verbo o
propaganda, lo si esprime soprattutto con la parola, e testimonia il nostro
passato e il nostro presente e purtroppo anche il nostro futuro.
infatti gli adolescenti, che saranno gli uomini e le donne del
domani, a conclusione della loro formazione scolastica, non sono neanche in
grado di capire un articolo di fondo, o
ancora peggio una ambiguità lessicale. Quanti di loro, oltre ai libri di testo,
perlopiù consumati dallo studio, per arrivare al “pezzo di carta” hanno in casa
più di 50 libri.
Lo studente, comincia la sua carriera, in tenerissima età, dove non
c’è nessuna innovazione didattica, l’insegnante è sempre lei, quella vecchia
zitella isterica. Si legge poco e si studia male, e la pseudo sapienza
digitale, non ha fatto nient’altro che far sprofondare ancor di più gli
studenti in un vero e proprio analfabetismo letterario.
Rimpallare le colpe tra scuola, famiglia e società non serve, c’è una regola in matematica che
afferma: cambiando il numero degli addenti il risultato non cambia. Si è
barattata la cultura con la
biblioteca universale a portata di clic, il “copia incolla”. I più furbi incrociano le fonti e cambiano le
parole per non farsi scoprire, i più ingenui riprendono il primo testo che
trovano e lo copiano pari pari senza nemmeno rileggerlo.
Ormai in un futuro non troppo
lontano, non saremo neanche più in grado
di rileggere il bugiardino dei medicinali, altro che ambiguità lessicali, a
meno di non avere la provvidenziale “App … di specificazione”
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