ECCO PERCHE’ NON POSSIAMO
PERMETTERCI DI TAGLIARLA
I
fondi destinati alla valorizzazione delle nostre risorse culturali diminuiscono
di anno in anno. Calano le sponsorizzazioni dei privati, eppure investire sul
nostro patrimonio artistico aumenterebbe i posti di lavoro e migliorerebbe le
nostre vite. Senza pensare solo al turismo di massa.
Se diciamo all’estero la
parola Italia, cosa viene in mente alla gran parte delle persone? La cultura. Forse
declinata come musica lirica o come architettura rinascimentale, o forse
romana. O forse verranno in mente le bellezze paesaggistiche, o le eccellenze
gastronomiche. Il nostro patrimonio artistico, in effetti, è enorme, smisurato.
Eppure i fondi destinati alla valorizzazione delle
nostre risorse culturali, diminuiscono di anno in anno. Con la cultura non si
mangia, disse l’allora ministro Tremonti, e visto che c’è la crisi, giù con i
tagli.
Ma perché non siamo capaci di
valorizzare questo patrimonio che ci rende unici al mondo? Siamo ancora
ancorati a una visione antica, quella del capitalismo, per cui se una cosa non
produce reddito non vale niete.
Cosa significa investire
sulla cultura? Non significa solo aprire un museo o un teatro, ma la cultura è
fattore d’identità e coesione sociale, di unità. In ogni caso è uno spreco non rendere
fruibili o non sviluppare la cultura in un paese, specie quando questo è l’Italia.
certosa di San Lorenza Padula |
Grazzano Visconti |
Castell'Arquato |
complesso nuragico su nuraxi |
Questi sono solo alcuni dei
tanti siti culturali, chi né ha voglia può aggiungerne degli altri, magari meno
famosi ma sicuramente di grande interesse.
tratto da: http://www.consumatori.e-coop.it/index.php/archivio/2013/2013-ottobre/la-cultura-ci-rende-ricchi/
tratto da: http://www.consumatori.e-coop.it/index.php/archivio/2013/2013-ottobre/la-cultura-ci-rende-ricchi/
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