Ognuno
di noi mette in atto continui meccanismi di autoinganno e questa non è un’attività
di per se necessariamente pericolosa o patologica, tutto dipende da quanto
spesso la usiamo e in relazione a quali problemi. Sappiamo benissimo che tutti
chi più chi meno ci prendiamo in giro, quindi i meccanismi di autoinganno
diventano pericolosi solo quando mettono a repentaglio la nostra vita o quando
ci impediscono di vivere una vita soddisfacente.
Avvolte
lo spavento è davvero giustificato, ma in molti casi si tratta di paure
vecchie, che in particolari condizioni non siamo stati in grado di superare, e così “il mostro” lo abbiamo chiuso in cantina, ma quello che
allora sembrava un leone oggi può apparire solo un gatto arrabbiato.
Pensiamo
di non poter affrontare paura, rabbia, tristezza o desiderio sessuale e allora
guardiamo altrove, respiriamo quello che sentiamo, lo ricopriamo di parole
pseudo-filosofiche o di pseudo-valori, e lasciamo che queste paure organizzano
la nostra vita, reprimendo i nostri desideri e nostri bisogni.
Importante
è ascoltare il nostro corpo quando bussa alla nostra porta e cercare di capire
cosa ci sta dicendo, se non lo ascoltiamo, busserà sempre più forte. Questo
non vuol essere una lezione di psicologia, lungi da me volerne fare, non ne
avrei le capacità. Ma un modo per dimostrare come l’autoinganno possa essere
davvero pericoloso dal punto di vista della vitalità della propria esistenza,
può strumentalizzare un’intera vita, le scelte affettive e lavorative, i nostri
progetti.
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