sabato 30 aprile 2016

Universo femminile e universo maschile




Universo femminile e universo maschile, universi paralleli e due modi differenti di pensare, di relazionarsi, di vedere il mondo e di vivere le emozioni. C’è una grande differenza tra uomini e donne che è sotto gli occhi di tutti, intendo, sotto gli occhi di tutti coloro che quando guardano, vedono, anche, e non si limitano a guardare. E’ una differenza piuttosto evidente e abbastanza ovvia

In una recente discussione, io maschio quarantenne, sono stato  accusato di eccesivo femminismo, quando mi sono permesso di affermare  che le donne oggi,  tendono a dare del parakulo, quando cerchi di essere semplicemente  gentile, specie quando  si ha un carattere mite e  propensi al dialogo o a una pacata discussione. Mentre davanti al solito film feticcio da favola per bambini in salsa fashion  si continuano ad emozionare. Non mi scandalizzo al pensiero che la donna emancipata continui a sognare il principe azzurro, ma troppo spesso tende a ravvisarlo in un esemplare alfa “bastardo”, pronto a far la pipì sotto casa dell’amata per marcare il territorio.

Scorgo una contraddizione tra la volontà femminista, di vedere riconosciuta in ogni campo la parità di trattamento e il desiderio femminile di conservare certe consuetudini. Come del resto considero un segnale di involuzione il fatto che il maschio alfa abbia smesso di corteggiare. Questo specialissimo momento della seduzione sembra infatti quasi del tutto scomparso per eccesso di consumismo.

Oggi, esistono due grandi teorie, la teoria del maschio alfa e della femmina alfa. Il maschio alfa -  per rispettare il pesante fardello che la natura gli ha donato il giorno della sua nascita munendolo di pene, deve comandare, decidere ed essere il leader del branco, e, di conseguenza, il diritto di accoppiarsi con tutte le femmine che ne fanno parte. Il modo con cui ciò avviene può variare notevolmente da specie a specie ma, sostanzialmente, il concetto è questo.

La  femmina alfa -  invece, è l’essere vaginomunita, apparentemente perfetta e flessibile nei rapporti interpersonali. Non predilige una particolare persona, ma si deforma, , mantenendo  una fortissima componente di cinismo. ti da corda, entra in confidenza, ti lascia intendere che forse potresti essere degno della sua compagnia, e nessuno le potrà impedire di convertirti  in pila per una notte.  Finchè non ti scarichi continuerà ad usarti come Joystick.  Dopo, sei una cosa vagamente assimilabile ad un uomo.

Tutto questo a causa di una grande confusione dei ruoli e dei generi. Solitamente queste teorie suscitano in me tanta ilarità, e spesso il primo pensiero che mi viene in mente e quello di dire al soggetto alfa:

“se a quel paese ci vai da solo o hai bisogno di essere accompagnato!”

Ma poi noto come una banale chiacchiera al bar, o come una semplice discussione con un gruppo di persone (uomini o donne) fanno capire che questi pensieri vengano condivisi da una società matriarcale/maschilista, in netta contrapposizione  con se stessa, che va avanti per stereotipi. E per quanto tutte le discussioni siano opinabili sul mondo maschilista o femminista, la situazione è particolarmente dannosa a causa del suo essere virale.


Per quanto si possa fare dell’ironia sugli stereotipi e i ruoli, mi  ostino a pensare che la parità si nutre di differenze, e che si possa essere femministe senza smettere di essere femminile, e di essere maschi senza essere maschilisti.

lunedì 11 aprile 2016

Unicorni e asini volanti



siccome tutto è Provvidenza, anche la vergognosa pagina di storia italica, è utile per  leggere attentamente, senza paraocchi, e, soprattutto, senza conformismi l’eccesso di zelo che ci regala la nostra ipocrisia. Riuscendo  a creare più imbarazzo di quanto non ne voglia togliere.

E, come un fiume carsico, attraversa ancora molti territori della cultura, dell’arte, della politica, del costume, determinando ancora una dittatura della visibilità, agevolata dal sonno di un popolo  distratto.

Non bastava la figuraccia internazionale fatta ai musei capitolini, dove le sculture classiche con parti del corpo nude sono state "imballate" per nasconderle agli occhi del presidente iraniano Hassan Rouhani.

Non bastavano i tentennamenti parlamentari sulle coppi di fatto, adesso ci si mette anche la TV, che dopo la messa in onda, all’inizio dell’anno, sui canali Mediaset del film  "50 sfumature di grigio"  e dopo le proteste dei genitori del Moige. Mamma Rai e altre reti televisive preventivamente,  hanno deciso che di sesso si può parlare soltanto in seconda serata.

E mentre si corre ai ripari, per non far sapere che il sesso esiste e che potrebbe essere insegnato. Gli adolescenti e pre-adolescenti se ne stanno nelle loro camerette a guardarsi video porno o violenti.

Un’altra occasione sprecata per avvicinare genitori e figli sulla vita segreta dei teenager, e collegare il sesso in una giusta dimensione di sensibilità pedagogica. Certamente i meno scandalizzati  sarebbero certamente gli adolescenti; per loro sexting o happy slapping sono realtà che vivono giornalmente persi tra il mondo reale e quello virtuale.

Ora come quarant’anni fa, di sesso se ne parla anche troppo,  e oggi come allora sono sempre gli amici più svegli che indottrinano i loro pari sugli oscuri oggetti del desiderio. È estremamente ipocrita, e incredibilmente miope, pensare che l’età giusta per parlare di sesso  la debbano decidere i genitori, che oscillano tra l’indifferenza e l’esclusiva, con l’idea di essere padri padroni part-time, impegnati dal lavoro e dalle partite di calcio.

Se davvero è necessario costruire una società nella quale nessuno debba vergognarsi, allora resta in bocca l’amaro dell’ipocrisia, tanto più in un contesto  dove immagini allusive debordano anche in modo subliminale in ogni ora e in ogni fascia di palinsesto.

Una domanda che forse appare retorica, e che non ha fatto altro che confermare i miei dubbi: perché  dobbiamo vedere la questione sessuale come una qualcosa di proibito? Pensate quanto è assurdo considerare vergognoso e passare sotto silenzio quello da cui siamo nati, quello che ci ha donato il respiro. Quando invece niente al mondo esige una discussione quanto il sesso. Pensare che l’educazione sessuale è una materia di studio obbligatoria in Europa. Mentre l’Italia resta  l’unico paese in cui è un tabù.

Voglio lanciare una provocazione:

Perché nonostante la laicità della scuola pubblica, bisogna continuare ad insegnare la religione cattolica. E destinare quei soldi per introdurre una disciplina obbligatoria per statuto europeo come l’educazione sessuale?

Già dimenticavo, il nostro è uno strano paese, capace di alimentare  paure e costruire false verità, secondo cui la scuola insegnerebbe che si può scegliere se essere maschi o femmine e che comunque diverrebbe obbligatoria la cosiddetta “educazione gender”…

…  Meglio parlare  di unicorni e asini volanti …


Viaggio ai confini della follia umana


Sin da ragazzi ci hanno insegnato che sono le persone a fare la storia, forse è vero. Ma se fosse vero il contrario? Cioè che sono i luoghi che fanno le persone e suggeriscono le storie?



Sono nato all’estero è cresciuto in un paesino della provincia di Salerno,  dove si conoscono un po’ tutti e dove lo svago principale è ascoltare il vicino che ascolta il vicino che ha sentito dire da tizio che il fratello del cognato della cugina di tizia…

Diversamente da molti miei coetanei ho avuto una famiglia eccezionale, dove la comunicazione era al primo posto e tutte le opinioni erano ascoltate anche se non condivise. Questo mi ha permesso di vedere il piccolo mondo che mi circondava con occhi diversi. Sono stato sempre considerato un eccentrico visionario, forse perché le norme non mi sono mai piaciute, ma mi adeguo come tutti, e vivo di nevrosi come tanti.


Così a 18 anni ho deciso di andar via, lavorare ovunque averi trovato, così sono stato in Africa, in Turchia,in Germania, ho girato mezzo mondo, fino a quando nel 1999, sono diventato stanziale; trasferendomi in un paesino della bassa Mantovana. Dove anche qui  lo svago principale è ascoltare il vicino che ascolta il vicino che ha sentito dire da tizio che il fratello del cognato della cugina di tizia …


Da diversi anni ho deciso di dedicare il mio tempo libero al volontariato, e ho conosciuto un “ragazzo” non più giovanissimo che ha trascorso gran parte della sua vita recluso in un ospedale psichiatrico, e che ha avuto la forza di uscirne sano, aggrappandosi all’unica cosa che non gli han potuto togliere, il suo talento per la pittura.

Spesso lo accompagno proprio in quel vecchio ospedale, che oggi è diventata la sede del servizio della fragilità sociali. Spesso si ferma davanti al padiglione dove era ospitato, un vecchio edificio ormai fatiscente ed abbandonato. Resta per qualche minuto in vero e proprio silenzio, e poi mi chiede: “senti le loro voci, senti i lamenti”.

E comincia il suo racconto:  quanti anni trascorsi a misurare le parole che ti uscivano dalla bocca, sorridere agli infermieri che sentendosi onnipotenti  cercavano di farmi perdere il controllo, per poi legarmi al letto. Quanta fatica fatta a cercare di rimanere lucido nonostante tartassato da psicofarmaci. Poi si ferma e mi guarda con aria seria, e dice: ti posso garantire che molti di noi siamo solo poveracci, e siamo nati  non per sfiga, non certo perché matti, ma perchè costretti a sopravvivere come cavie umane.


Se qualcuno di voi starà pensando che gente come violentatori o pedofili meritano questa fine, abbraccio la vostra causa, ma non è questo che intendo trasmettere. Ma di quanto la gente sia così superficiale, semplicemente perché se un problema non ci tocca, è molto facile fregarsene. Provo tristezza per gli arroganti e il loro ego, forse perché il confine che ci separa dalla follia è come un segno di matita, facile da cancellare senza accorgersene. I manicomi sono stati chiusi, ma i luoghi di reclusione esistono ancora, esistono muri e frontiere dove ributtare gli indesiderati, non parlo di immigrati, ma magari proprio del tuo vicino di casa ...