Ci stavo pensando da tempo, ma credo che adesso sia arrivato il
momento di lanciare una vera e propria provocazione:
<<Il mio personale cordoglio
va a tutte le donne vittime di violenza domestica, falciate da una esagerata
quantità di uomini violenti, tutte pronte a una vera e propria crociata contro
il maschio bastardo!! Ma la violenza può
essere considerata politically correct, qualunque essa sia?>>
Ma senza nulla togliere alla gravità del fenomeno, credo che sia
giunto il momento di coniare un nuovo termine: il maschicidio perché per chi
non lo sapesse solo in Italia oltre 5 milioni di uomini subiscono violenza
dalle donne.
Nonostante l’impegno costante dei media e delle istituzioni nel
condannare la violenza, la stessa viene etichettata come violenza di genere
dimenticando l’assunto che la violenza è un costrutto ampio e complesso che non
prevede distinzioni in ordine al sesso.
La scena di un uomo che schiaffeggia una donna non può essere accettata, non ha scusanti,
suscita sdegno, scatena condanna pubblica. A ruoli invertiti, tuttavia, la scena non
suscita uguale sdegno ed uguali reazioni, viene minimizzata, diviene “normale”,
perfino ironica: gli episodi di violenza diventano quindi proponibili, anche
pubblicamente, quando ne sono vittime gli uomini. Questo è un video di qualche
anno fa diventato virale, di una campagna antiviolenza a parti invertite.
Non possiamo dunque non tenere conto, quando osserviamo il
fenomeno del femminicidio, dell'altra faccia della medaglia: la condizione
maschile, l'emancipazione psicologica dell'uomo, i pregiudizi legati al
concetto di maschio e il tabù che riguarda la violenza femminile sul sesso
opposto. Violenza che esiste - anche se raramente ha dinamiche omicide – ma riguarda la psiche, umiliazioni, piccole e
grandi crudeltà, ricatti, da cui le donne sono nella maggior parte dei casi
graziate, i ricatti legati alla possibilità di vedere i figli, che una
moglie-carnefice spesso non teme di usare come "arma, il portafogli e
perfino la sessualità. In Italia sono poche le indagini in questo senso. Una di
queste - passata quasi inosservata - è stata effettuata su un campione di
uomini tra i 18 e i 70 anni. Questo il link
E poi ci sono le percosse, più frequenti di quanto si creda, a
base di calci, morsi, graffi, schiaffi e capelli strappati. “Non solo gli
uomini le prendono", ma, nella stragrande maggioranza dei casi, non
reagiscono in nessun modo. In primo luogo perché un uomo con un minimo di sale
in zucca è consapevole che, per una mera questione di forza fisica, se reagisse
potrebbe fare molto più male di quanto ne stia subendo, e poi perché un uomo sa
perfettamente che, nel momento in cui colpisse, anche solo per difendersi,
tutta la faccenda potrebbe risolversi in una pesantissima denuncia nella quale
avrebbe la peggio”. Un quadro confuso, dal quale scompaiono i buoni e, come per
incanto, le vittime rischiano di trasformarsi in carnefici.
La violenza di genere è molto diversa rispetto a quella domestica. Una
minaccia verso una donna viene considerata reato penale, mentre se la
vittima è un uomo, si tratta di reato
lieve. Forse perchè nell'immaginario collettivo non lo si accetta. la
donna non ha un ruolo di violenta, quindi quando succede si tende a
giustificarla perchè si vuole rimuovere l'idea che sembra contronatura... un
po' come si fa fatica ad accettare senza scusanti una madre che uccide un
bimbo, o altri drammi familiari che per natura non sono normali.
Ma uno schiaffo è sempre uno schiaffo, indipendentemente da chi lo
riceve. Solo quando l'ideologia e il
conformismo saranno accantonati, e si arriverà ad ascoltare il genere in quanto
esseri umani, solo allora si avrà la vera parità di genere! Al momento l'uomo oggi
si trova ad essere discriminato a causa di una società 'femminilizzata, che lo
assale, con le armi culturali e giuridiche, e col ricatto.
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