Premettendo che sono a favore
delle sperimentazioni scientifiche e che non voglio pronunciarmi sulla
questione, perché non né ho le capacità, ma fare solo una semplice osservazione
personale su quanto sta tornando alla luce sul metodo Stamina di Vannoni.
Molte false scoperte vengono
annunciate come capaci di cambiare la storia di malattie attualmente senza
soluzione, sprovviste di farmaci. Mentre invece servono solo ad accendere
speranze e illusioni.
L’illusione dei pazienti è alimentata da un
bombardamento di informazioni e annunci attraverso i media, e spesso sono
gli stessi ricercatori ad anticipare studi non ancora pubblicati sulle riviste
scientifiche e ancora molto lontani dalla pratica clinica. È questo a quanto
pare sia quello che sta succedendo con la cura Vannoni.
Ormai da molti mesi, dai
tempi del governo Monti e dell’allora ministro della Salute, Balduzzi, si
discute e si litiga e ci si divide – anche con forti polemiche su Stamina e su
Vannoni. Polemiche proseguite con il governo Letta e con il ministro Lorenzin,
che aveva fatto approvare la sperimentazione, con uno stanziamento di 3 milioni
di euro, e la nomina di un Comitato che avrebbe dovuto controllare e
supervisionare gli studi, in cambio Vannoni avrebbe dovuto consegnare al
parlamento il protocollo di sperimentazione. Ma per ragioni a noi umani sconosciute
e che molti individuano in un comportamento poco trasparente del signor Vannoni,
è stato bocciato. Su questa vicenda ci sono luci e ombre, questo perché,
secondo i documenti presentati dal collegio dei giudici, sebbene il
paziente abbia il diritto di essere curato, lo Stato deve tutelare i malati da sperimentazioni incerte.
Allo stesso tempo la motivazione dei giudici è stata che “le risorse
pubbliche del paese devono essere rese disponibili per terapie verificabili con
metodi scientifici”. Il metodo Stamina non è stato quindi confermato
come trattamento valido, anche la comunità scientifica si è pronunciata
negativamente in modo pressoché unanime. Quindi il paziente va tutelato dal
coinvolgimento in situazioni di sperimentazione umana e di sfruttamento delle
condizioni di afflizione del paziente stesso ed evitare a tante famiglie
dolorosi e inutili viaggi della speranza
La denuncia di “Nature” sul
metodo Stamina è molto grave. Una cosa è
chiara a chiunque, e non solo agli scienziati, che il metodo Stamina si basa
sulla appropriazione di dati e immagini già pubblicate tra il 2003 e il 2006 da
un gruppo di ricerca russo.
sarà per questo motivo che la
stessa domanda di brevetto, peraltro respinta senza appello dall’ufficio
brevettuale americano, non poteva neanche essere presentata. forse è questa la
ragione per cui non è stato ancora consegnato il presunto metodo per la
sperimentazione clinica, fortemente voluta dal Parlamento.
Proseguendo verso la sperimentazione il
governo si troverebbe ad investire soldi pubblici su una probabile frode
scientifica, ridicolizzando (più di quanto lo sia già) se stesso nonché la
scienza e la medicina italiana nel mondo. Quindi secondo il mio punto di vista
la sperimentazione a Vannoni è stata respinta solo perché non ha fornito alcun
dato scientifico.
E allora che fare? Se realmente
la cura è valida, Vannoni ha una sola strada da seguire, per poter ottenere i
finanziamenti dallo Stato e proseguire la sperimentazione, che è quella
tracciata dal Parlamento: consegnare il protocollo senza fare trattative e dare
il via alla sperimentazione secondo i protocolli. Perché senza ombra di dubbio una
cura, vera e provata, potrebbe essere una strada migliore di una speranza,
la quale facilmente rischia di confluire in illusione e delusione.