lunedì 30 novembre 2015

Il feudalesimo moderno



E' evidente a tutti che la necessità di dividere la storia in periodi, epoche, ere deriva dalla natura dell'intelletto umano inteso come facoltà discorsiva. Resta quindi vero che non solo la natura, ma anche historia non facit saluts. Questa è la caratteristica fondamentale così come la limitazione insuperabile dell'intelletto, per parlare e ragionare dobbiamo classificare e suddividere.

Si può anche dire, però, che la storia non è neppure un fiume che scorre uniformemente e senza meandri né ondate di piena. Ad epoche di continuità e di lenta evoluzione del tessuto sociale e della struttura politica si succedono periodi di rapido cambiamento, tanto importanti da giustificare l'introduzione di una interruzione netta, l'inizio di un nuovo grande periodo storico. La data precisa nella quale si fissa il termine tra i periodi è sempre convenzionale, e deve quindi essere scelta più come simbolo della trasformazione che come effettivo istante di discontinuità.

Ecco allora alla società moderna, nata con il rinascimento,  ha avuto la capacità di riportare in auge la centralità dell’uomo come individuo  pensante, anziché come devoto suddito. Viene sostituita dall’era del nuovo millennio (cominciato secondo alcuni il 1° gennaio del 2001 secondo altri 1° gennaio del 2000, tutto sta nel considerare o meno l’anno zero, ecco perché la storia  è diversa dall'aritmetica? )
Ma torniamo a noi, la nuova era non  è cominciata con l’avvento del nuovo secolo, ma  nel 1989, con la caduta del muro di Berlino. Lo scorso secolo è stato sicuramente il secolo di più rapida trasformazione della storia conosciuta, e con la caduta del muro di Berlino è crollato l'ultimo baluardo dell'età moderna, l'ultimo tentativo di costruire una società più giusta sulla base di un metodo razionale e non su basi religiose.


Il comunismo marxista è finito, ed il capitalismo anglosassone si è trasformato nel regno feudale dell'alta finanza, perdendo ogni contatto con le sue radici etiche basate sul concetto di conseguimento del successo attraverso l'operosità e l'efficienza. Lo stato laico e democratico è completamente svuotato di ogni potere ed ogni dignità, i politici sono marionette manovrate dai potenti della finanza. Si sta affermando una delle condizioni tipiche del medioevo: la proprietà privata sostituisce le istituzioni dello Stato. Tutte le funzioni dello Stato sono trasferite progressivamente ad entità private, che diventano così potenti da poter trattare lo Stato stesso come inesistente o come loro proprietà.

domenica 29 novembre 2015

Vite narrate, vite vissute



 la nostra vita, una vita normale che proprio per questo accomuna molti di noi. Che pur essendo gli eterni secondi ci dedichiamo ogni giorno alla nostra storia. Inevitabilmente la nostra biografia si lega in modo indissolubile alla storia, alle vicende dei luoghi che viviamo, al contesto geografico e politico, che fa da sfondo alle nostre esperienze di vita. Una terra, una società che cambia impetuosamente, passando da una tradizione contadina fino ai mutamenti più recenti.

Ed è così, che tra le pagine della nostra vita, trapelano ricordi, eventi, situazioni che ci legano attraverso un filo invisibile alle emozioni passate. Se ognuno leggesse le biografie altrui, molti potrebbero identificarsi nel protagonista. E' il narratore che descrive, ma come in Pirandello sono” le cose”,”le metafore” che parlano. Le nostre vite sono incessantemente intrecciate alle narrazioni, alle storie che raccontiamo o che ci vengono raccontate, a quelle che sogniamo o immaginiamo o vorremmo poter narrare. Tutte vengono rielaborate nella storia della nostra vita, che noi raccontiamo a noi stessi in un lungo monologo, episodico, spesso inconsapevole, ma virtualmente ininterrotto, essa travalica i confini del pensiero, e s’intreccia al mito, alla leggenda, alla fiaba, alla tragedia, al dramma, alla commedia.

Viviamo immersi nella narrazione ripensando e soppesando il senso delle nostre azioni passate, anticipando i risultati di quelle progettate per il futuro, e collocandoci nel punto di intersezione di varie vicende, infitti, non ci siamo mai sentiti fra gli scogli di Scilla e Cariddi ? Oppure non ci siamo mai sentiti sdoppiati “ Uno , Nessuno , Centomila”? O non siamo mai stati attratti da una sirena che, come sappiamo in qualche modo, ci porterebbe alla distruzione?

Storie che mi hanno insegnato tanta umanità, e mi hanno fatto scoprire quanto la narrazione  sia uno strumento per fare un po' d'ordine dentro di sé. Per capire il presente, per ritrovare emozioni perdute e sapere come si è diventati, chi dobbiamo ringraziare o dimenticare. Diventa scrittura delle “storie” ma anche di sé e alimenta l'esaltante passione di voler lasciare traccia di noi a chi verrà dopo.
Un esperienza dove si scopre che la metafora, il mito e la fiaba sono poesia. 

Ma esse sono la penultima verità, penultima perché l'ultima non può essere tradotta in parole. Il mito e la fiaba lanciano la mente al di là del confine delle parole e delle immagini, verso ciò che possiamo conoscere, ma non dire.

venerdì 13 novembre 2015

nebbia





Il cielo  è ormai mutato,  
la nebbia la fa da  padrona,
 inghiottendo il cielo oscuro e le sue stelle.
La luna ormai si intravede appena,
e  l’aria autunnale ormai ha perso il suo languido tepore,
e dell’umido la natura assume il suo odore.

Le foglie sotto gli alberi sono ancora così verdi,
ma qualcosa  irrimediabilmente  è cambiato,
inutile recriminare.

Ci bastava una rondine , un raggio di sole,
o di un pesco in fiore, per gridare all’illusione della gioia.
Anche la vita come l’autunno si fa dura,
paragone prosaico e obsoleto,
ma denso di verità.

Ma  si sa, la natura marcia sempre avanti, gira in tondo,
e di giri ne fa tanti, inventando ogni giorno la sua danza.
Sono vivo, ho il dono prezioso della vita,
e la mia storia voglio assaporarla fino in fondo.

Morirò, certo, ma senza alcun rimpianto,
ecco perché vivo la mia vita con coraggio,


mercoledì 11 novembre 2015

Quanto coraggio


Quanto coraggio ci vuole ad allontanare qualcuno, direi poco.
Ci sono momenti in cui quella linea di demarcazione tra te e il mondo esterno viene messa seriamente in pericolo, solo allora ti accorgi che è arrivato il momento di difendere quell’ultimo baluardo, prima che il tuo mondo venga sopraffatto.

Quanto coraggio ci vuole ad allontanare qualcuno, direi poco.

Ho sempre fatto da paciere, cercando di ritrovare una serenità ormai devastata da chi meno te lo aspetti. Le mie scarpe avevano preso l’abitudine di tenersi i sassolini, sentivo dolore, e facevo finta di niente.

Quanto coraggio ci vuole ad allontanare qualcuno, direi davvero poco.

Quando il tuo orgoglio viene profondamente ferito, quando la madre di chi ha messo al mondo la donna che ami, rinnega i propri figli, ti umilia, e  fa di tutto per screditare quanto di buono hai fatto per lei, solo perché lei, donna 80enne cieca ha deciso di vivere da sola, non proprio dietro l’angolo di casa, ma dall’altra parte della penisola

Quattro anni di degrado, quattro anni di sofferenza, quattro anni in cui sono stato violentato mentalmente, sottoposto a ricatti perché pensi che il bene della famiglia venga prima di ogni cosa … Quattro anni … e poi dici basta.

Non voglio è non mi posso opporre alle sue volontà, ma quello che più mi ha portato il sangue al cervello, sono state le ingiurie e le accuse che ho dovuto subire, perché il suo piano diabolico era stato ben congeniato. Non doveva essere lei ad andarsene da casa ma io a doverla allontanare, ed ecco che fin dall’inizio è partita alla carica, arrivando a mettere in contrasto tra di loro i suoi figli, raccontando ad ognuno la sua verità.

Quattro anni sono passati, ma finalmente ho ritrovato la mia serenità, ho dimostrato a chiunque abbia screditato la mia famiglia, chi realmente era quella donna avida e avara di sentimenti. Non voglio e non potrò mai decidere della vita di nessuno, quello che  però non ho ancora capito, e forse non lo capirò mai, come una madre preferisca vivere da sola a 800km di distanza, rinnegando il proprio sangue, accogliendo in casa estranei e non condividere con i figli e i propri nipoti, gli ultimi anni della propria esistenza.


Quello che mi sto chiedendo, se tutto quello che è successo è la normalità, perché altrimenti non ho capito un bel niente della vita.