domenica 29 novembre 2015

Vite narrate, vite vissute



 la nostra vita, una vita normale che proprio per questo accomuna molti di noi. Che pur essendo gli eterni secondi ci dedichiamo ogni giorno alla nostra storia. Inevitabilmente la nostra biografia si lega in modo indissolubile alla storia, alle vicende dei luoghi che viviamo, al contesto geografico e politico, che fa da sfondo alle nostre esperienze di vita. Una terra, una società che cambia impetuosamente, passando da una tradizione contadina fino ai mutamenti più recenti.

Ed è così, che tra le pagine della nostra vita, trapelano ricordi, eventi, situazioni che ci legano attraverso un filo invisibile alle emozioni passate. Se ognuno leggesse le biografie altrui, molti potrebbero identificarsi nel protagonista. E' il narratore che descrive, ma come in Pirandello sono” le cose”,”le metafore” che parlano. Le nostre vite sono incessantemente intrecciate alle narrazioni, alle storie che raccontiamo o che ci vengono raccontate, a quelle che sogniamo o immaginiamo o vorremmo poter narrare. Tutte vengono rielaborate nella storia della nostra vita, che noi raccontiamo a noi stessi in un lungo monologo, episodico, spesso inconsapevole, ma virtualmente ininterrotto, essa travalica i confini del pensiero, e s’intreccia al mito, alla leggenda, alla fiaba, alla tragedia, al dramma, alla commedia.

Viviamo immersi nella narrazione ripensando e soppesando il senso delle nostre azioni passate, anticipando i risultati di quelle progettate per il futuro, e collocandoci nel punto di intersezione di varie vicende, infitti, non ci siamo mai sentiti fra gli scogli di Scilla e Cariddi ? Oppure non ci siamo mai sentiti sdoppiati “ Uno , Nessuno , Centomila”? O non siamo mai stati attratti da una sirena che, come sappiamo in qualche modo, ci porterebbe alla distruzione?

Storie che mi hanno insegnato tanta umanità, e mi hanno fatto scoprire quanto la narrazione  sia uno strumento per fare un po' d'ordine dentro di sé. Per capire il presente, per ritrovare emozioni perdute e sapere come si è diventati, chi dobbiamo ringraziare o dimenticare. Diventa scrittura delle “storie” ma anche di sé e alimenta l'esaltante passione di voler lasciare traccia di noi a chi verrà dopo.
Un esperienza dove si scopre che la metafora, il mito e la fiaba sono poesia. 

Ma esse sono la penultima verità, penultima perché l'ultima non può essere tradotta in parole. Il mito e la fiaba lanciano la mente al di là del confine delle parole e delle immagini, verso ciò che possiamo conoscere, ma non dire.

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