Nella vita si può essere turisti, trekker, pellegrini devoti o semplici viandanti. Ma ognuno
che sta per cominciare un cammino non può esimersi dal chiedersi che stia davvero cercando
attraverso il viaggio.
Il viaggio può essere un luogo, un aneddoto, una curiosità, una
svolta un bivio nella storia di ognuno di noi. Non è dato sapere dove comincia e
né dove finisca, L’unica cosa certa è che ogni volta può essere il
momento in cui può nascere un racconto, un romanzo o un poema epico.
Ogni viandante ha
il suo viaggio da raccontare, da esplorare e da scoprire, è il custode
della storia più misteriosa, più inedita o perché no la più divertente o la più
drammatica.
È colui che va sulla via, su percorsi
già tracciati, sui quali altri camminano e altri possono essere incontrati. Non
sempre ha davanti a sé una meta precisa, ma in questo suo andare, anche se ha le
accoglienze prenotate, rimane in fondo un “mendicante”: di incontri, di sguardi, di
senso di verità. Non ha bagagli, è equipaggiato semplicemente di una bisaccia, in
cui mette poche cose essenziali: un po’ di cibo, dell’acqua per dissetarsi,
tutt’al più qualcosa per coprirsi dalla pioggia e dal freddo ... un libro... La consapevolezza di
essere in ricerca lo pone in atteggiamenti umili di fronte alla realtà, nel
desiderio, più o meno acuto, di ottenere
risposte alle molte domande che lo pervadono.
Quello che differenzia il
pellegrino dal trekker, dal turista e persino dal turista religioso, è proprio
il modo di mendicare. Ma alla fine ciò che accomuna tutti è il ciò che si sta
cercando nel proprio viaggio.