L’anziano ha tempo è deve occuparlo. Il motivo
per cui il vecchio oggi non può fare il vecchio, ma è obbligato a comportarsi da
giovane, è più profondo di quanto sembri, e deriva dal fatto che, nella società
industriale esso non ha nessun ruolo.
Nella società preindustriale, dove le
informazioni si trasmettevano per via orale essendo la scrittura un privilegio
per pochi, il vecchio aveva un ruolo determinante, perché era il detentore del
sapere conosceva piccoli e grandi accorgimenti della vita che i giovani non
potevano che apprendere da lui.
In quella
società il vecchio era il saggio oggi è un relitto, ecco che in quanto tali non
valgono più nulla, possono rientrare in gioco solo se fan finta di essere
giovani, se scimmiottano, un ben triste gioco. Ormai c’è un pullulare di iniziative:
palestre, viaggi organizzati, piscine, dancing, tutte dedicate a coloro che
ormai si godono la tanta sospirata pensione.
Sarà ma io non riesco a non trovar penoso
questo improvviso giovanilismo dei vecchi, o per meglio dire ed essere più precisi, questa immagine che i mass-media vogliono
appioppare a tutti i costi ai vecchi della società industriale.
So benissimo anche io che è importante per l’anziano
muoversi, tenersi intellettualmente svegli, non tirare i remi in barca, ma mi
pare che tutto ciò, da libere scelte secondo le proprie attitudini e i propri
desideri, come del resto dovrebbe essere,
è diventato un obbligo un impegno coatto.
La verità che sta dietro tutte queste pur
lodevoli iniziative mi sembra un’altra, ed è che oggi l’anziano ha perso il diritto
di essere anziano, per essere accettato dalla società deve fare il giovane,
invece di lasciarsi andare ai propri anni, alla propria stanchezza, alla “”pace
dei sensi””. Ad una età che la natura aveva fin qui voluto fosse più di
riflessione che di azione. Tutto questo non è più possibile, oggi anche gli
anziani devono immergersi nelle nevrosi del nostro secolo è comunque in una età
che sicuramente non è la loro, e anche se viaggiano e si muovono molto più di
quanto facessero ieri, non è più protagonista della propria esistenza. Perché un uomo è protagonista della propria esistenza solo
quando sa di essere ciò che è, e non quando è costretto a camuffarsi di ciò che
non è…..
L’interesse per l’anziano, oggi deriva solo
da interessi di mercato e non da sentimenti umanitari, non c’è da farsi
soverchie illusioni, tanto è vero che ai bisogni veri, reali, autentici, degli
anziani, che son bisognosi di aiuto e di assistenza nessuno ci pensa, perché non
fanno mercato, non fanno business, non fanno consumo, non fanno neanche
notizia. Altrimenti non ci sarebbe l’imprudenza di lanciare continue false
illusioni del tipo: “” più sale da ballo e meno assistenza”” quando ciò che
manca oggi prima di improbabili divertimenti, sono proprio i luoghi di
assistenza.