Questa
mattina tornando a casa, non so per quale motivo il mio sguardo si è rivolto vero
la vecchia tabaccheria del paese, il ricordo mi ha pervaso la mente quando da
adolescente, andavo a comprare le sigarette con la scusa più banale “sono per mio padre” (premetto che mio padre non fumava) e il
tabaccaio con un sorriso rispondeva: “di
a tuo padre che fumare fa male alla tua sualute!!!!”
Per chi ha un po’ di anni, questo era un luogo “con tanti
di quei perché” che forse non riuscirò a spiegare. Intanto l’odore: un po’ di
tabacco, un po’ di carta, o meglio, di carta a contatto col tabacco, una punta
di zolfo, una di colla da francobolli – acidula – , e sotto sotto ci trovavi
anche sentore di polvere, liquirizia, gas da accendini e brillantina. Da
bambino, entrare in tabaccheria, era come entrare nel paese delle meraviglie.
Intanto perché per me, visto che la tabaccheria era a non più di 50 metri da
casa – fondamentale – dallo stesso lato della via, l’andarci è stato il primo
passo nel processo dell’autonomia.
in tabaccheria compravo i fogli
protocollo per i compiti in classe, al mattino andando a scuola. Due, uno per
la brutta e uno per la bella, e il tabaccaio me li arrotolava fermando il
rotolo con una vecchia schedina del totocalcio, giallina, o rosa, del totip. E
le bustine di minerva, le scatolette di cerini con i paesaggi d’Italia, i
nobili Svedesi e gli umili “fuminanti” da cucina e le sigarette vendute sfuse…
Potrei continuare, ma mi fermo …. troppa nostalgia.
Oggi
l’insegna nera con la “T” bianca e la scritta sale e tabacchi è sempre la
stessa, un pacchetto di bionde si può sempre acquistare cosi come accendini,
penne buste per lettere e altra cartoleria, c’è pure il sale, solo che è chiuso
dietro uno sportello e per raggiungerlo il tabaccaio di solito deve spostare un
lenzuolo di gratta e vinci. Il resto sono monitor luccicanti, terminali di
varia grandezza e spesso slot machine. Su di essa, sotto forma di bit,
viaggiano ormai miliardi di euro di bollette, tasse, giocate e ricariche
telefoniche. La
tabaccheria infatti non è più quella di una volta, ed è proprio per questo che
continua ad esistere, le puzzolenti nazionali sono un ricordo del passato,
ormai gran parte del business è inodore…..
Oggi
la mia mente è pervasa dai ricordi, un po’ nostalgico rammento la mia
adolescenza quando l’ingiustizia più grave era quella di rincasare la sera ormai
buio e ad una certa ora bisogna essere in casa altrimenti rischiavi la cena …….