giovedì 30 ottobre 2014

IL CONCERTO E' LA NOSTRA VITA


Gli strumenti sono accordati, i suonatori son pronti davanti agli spartiti. La rappresentazione  della prima è sempre emozionante. Il concerto è la nostra vita.
Al pianoforte troviamo Franco, che elabora la parte orchestrale, amalgamando rispettosamente il pensiero di ciascuno. Katia, invece da voce al violino, che con i suoi toni accesi percepisce riflessioni  a volte  impercettibili. Chiara alla chitarra, ricerca le note dell’animo umano, proponendo argomentazioni teoriche. Antonio al corno, che con autorevolezza richiama al pensiero dei padri.

Persone tutte diverse tra loro, tutti con strumenti differenti, ognuno con le sue note, ognuno con la possibilità di dare il meglio di se, attraverso la propria vocazione. Provare e riprovare, non una mille volte, cercare ritmi e accordi per ammorbidire l’intensità dei suoni, in modo da dare spazio anche suoni armonici.

Questa è solo una visione della vita, uniti ognuno al proprio simile, ognuno con il proprio strumento, si può fare un cammino di formazione, condividendo aspettative ed emozioni. Non è certo facile conciliare la nostra vita con quella degli altri, ma sicuramente, comunque vada, porta sempre ad un arricchimento.


mercoledì 29 ottobre 2014

L'UOMO E LA SUA SOLITUDINE



L’uomo sembra aver dichiarato fallimento non solo nella società del benessere, la società del veleno e dell’inquietudine, ma anche in quelle che vantano una volontà di collaborazione e di comunione. Del resto non poteva essere diversamente, si è soli  quando fra il senso della vita e l’esistenza quotidiana si è costruito un muro di divisione e si è soli quando si da in partenza alla vita un scopo puramente pratico.



La nostra è la solitudine di chi ha sciupato, di chi ha dimenticato, di chi ha visto e non ha conosciuto il dramma.  Naturalmente l’uomo obbedisce almeno apparentemente a dei controlli, perché è inimmaginabile una società priva di riti, privi interessi e con una certa retorica. Ma prendete quell’uomo, e andate sul fondo, immaginate lo spettacolo quando si spoglia degli “”abiti curiali””.  E qui che nasce la vera storia, una storia crudele al punto che nessuno vi si vuole specchiare e riconoscere.  Tutto è racchiuso nella negazione di accettare se stessi, ma è una forza che potrebbe aiutare l’uomo se accettasse il confronto con il suo specchio. 


sabato 18 ottobre 2014

CHE (S)FORTUNA



Quante volte avrete detto questa semplice e banale frase, CHE (S)FORTUNA...

Quasi tutte le vicende umane sono le conseguenze di azioni positive o negative, il cosiddetto rovescio della medaglia, ed inevitabilmente la compensazione tra vantaggi e svantaggi tende a zero.

Da ragazzo mi ricordo che mio nonno mi raccontava delle storielle, reali o inventate, questo non so rispondervi, ma tutte indistintamente finivano allo stesso modo: che fortuna, riferendosi agli aspetti positivi della storia, ma subito dopo replicava con il contro tormentone che sfortuna, e qui si riferiva all’inevitabile rovescio della medaglia.

Se fate caso, ad ogni azione positiva o negativa, che essa sia, si trova sempre il suo contrario. Ad esempio: l’evoluzione ha permesso all’uomo di differenziarsi dagli altri primati, sviluppando un cervello superiore (ipotetico direi), che fortuna!! direte voi. Ma tra le tante diversificazioni l’uomo si è ritrovato senza l’osso penico,  con il sesso disossato, andando incontro (a partire da una certa età per la maggior parte di noi) a problemi sia fisici che psicologici, che sfortuna!!  diranno le donne. Però grazie a questo un azienda farmaceutica può prosperare i suoi guadagni, che fortuna!! Diranno loro.

La medicina ha fatto progressi prodigiosi, permettendo l’allungamento della vita media, che fortuna!! direte voi. Ma alle aziende di pompe funebri sono calati i guadagni, non si muore più come una volta, che sfortuna diranno loro.

Si potrebbe andare avanti all’infinito, ho voluto fare solo due semplici esempi, cercando soprattutto di ironizzare sulla questione, ma molto ci sarebbe da dire. Dall’inflazione che abbassa i prezzi alla giustizia garantista, dai sindacati che difendono i lavoratori dai soprusi, all’effetto serra che sta innalzando le temperature.

Oggi come oggi l’ottimista è colui che sa vedere il rovescio della  medaglia

martedì 14 ottobre 2014

RIFLESSIONE GASTRONOMICA


Sono in cucina alle prese con i fornelli, e penso tra un’impanata e un’altra, che brutto periodo che stiamo attraversando, questa maledetta crisi sta modificando anche la tipologia di domanda ed offerta.

Oggi la spesa è diventata una voce importante nel contesto economico di una famiglia, il contenimento del quale può fare la differenza a fine mese. Oggi i piaceri della tavola sono un miraggio, e questo per due fattori:

primo, fino a qualche anno fa in casa si lavorava in due, perdendo la voglia di restare in cucina, acquistando prodotti  semilavorati o addirittura pronti al consumo. Secondo, sono i prodotti stessi che oggi hanno cambiato il rapporto di valore nei riguardi della filiera. Non esiste più il prodotto buono che costa meno, ma esistono le offerte speciali.
Ricordo da giovane quando andavo dai miei nonni, cucinavano con quello che avevano, e la frutta e la verdura arrivava direttamente dal  giardino. Ho ancora il ricordo di quei profumi che si sentivano fino in strada.

Tempi passati impossibile paragonarli ai tempi attuali, pero provate a riflettere, sembra un paradosso, ma è la realtà. Quanti di voi ancora oggi mangiano piatti poveri, piatti che i nostri nonni preparavano con i prezzi meno pregiati della carne, come le code il fegato il guanciale.


Non voglio darvi ricette e neanche consigli per gli acquisti. Non sono né cuoco e né pubblicitario, ma vi invito a riflettere, l’uomo moderno è il risultato della storia, la tecnologia di oggi è stupefacente, ma nella frenesia di raggiungere traguardi sempre più ambiziosi ha perso quel buon senso che avevano i nostri nonni.

mercoledì 8 ottobre 2014

ACCATTONAGGIO SISTEMATICO



Prima di rischiare un linciaggio voglio premettere: io non ho nessun tipo di pregiudizio, quando non è molesto, figuriamoci se dovrei averne nei confronti di persone che forse non conoscerò mai.


Io non ce l’ho con gli accattoni,  Eppure, ce ne sono tanti, fuori dai supermercati, o davanti a musei e chiese, non mi hanno mai importunato più di tanto, spesso insistono a chiederti qualcosa, ma desistono da li a poco, altri li vedi invece fermi agli angoli delle strade o in giro per ristoranti e pizzerie, con delle rose in mano, e sicuramente non sono per la loro amata.

Non ce l’ho neppure con i cinesi, che in giro per l’Italia, stanno monopolizzando, l’acquisto di bar, infatti ormai quasi ovunque trovate uno di loro. Non voglio chiedermi dove trovano i soldi, per questo se ne avranno tempo e voglia ci penseranno le fiamme, non dell’infermo, ma quelle gialle.  Anche il cinese come me e voi, lavora, e spesso molto di più, per ciàpèr na barca de schéi (prendere una barca di soldi).

Ho meno stima invece, per chi come lo Stato fa accattonaggio programmato, e sistematico, che molestandoti quasi, anzi senza il quasi,  selvaggiamente ogni mese, sa esattamente dove prenderti i soldi, lo stato non  chiede ma esige, e a differenza dell’accattone, al signor esattore non puoi dire di no.  

Dice che è per il  bene del paese, si ma di quale paese stiamo parlando? visto che la disoccupazione continua a crescere, il prelievo “”forzato”” sulle buste paghe ormai fa compagnia a San Paganino il santo protettore di noi lavoratori, che ogni mese ci rechiamo in pellegrinaggio per ricevere la grazia dello stipendio, mentre il debito pubblico continua a crescere. Forse un po’ troppo astratto per essere considerato per il nostro bene.

La cosa simpatica è che si continua a prelevare dalle nostre tasche, e di questo possiamo esserne felici, perché diciamola tutta noi italiani siamo un popolo di benefattori. Ora tornado un attimo  lucidi, prima che la nostra coscienza sopisca sotto l’effetto di nevrosi, e forte emicranie, per riuscire a destreggiarsi tra le varie voci spese.

Ditemi, chi sono i veri accattoni in questa nostra società?


venerdì 3 ottobre 2014

E L'UOMO DIVENTA UN DIO



Dio ha creato l’uomo, lo ha  creato  a sua immagine e somiglianza. Così è stato scritto. Ma come non è stato specificato? Come è avvenuta la sua nascita? Forse dopo numerosi tentativi di mischiare l’argilla?

 forse oggi l'uomo si è avvicinato alla risposta.  la biologia sintetica ha permesso di riscrivere interi codici genetici e costruire in laboratorio sintetizzatori di DNA, creando veri e propri batteri sintetici, costringendo la scienza  a ristabilire i confini tra il reale e l’artificiale.

Tutto questo sta provocando un allarmismo esagerato, perche ormai si pensa di essere davanti a un vero e proprio cambiamento,  perché lo stesso concetto di vivente dovrà essere rivisto. Riguardo a tutte queste scoperte biologiche, tutti coloro che sono contrari alla genetica, cercano di attirare l’attenzione, facendone una questione di etica, ponendo davanti alla ricerca e alle scoperte, i limiti umani, i quali per lucro sono capaci di calpestare la dignità dei propri simili.  

L'intelligenza, in ogni caso, indipendentemente da dove provenga, compresa quella divina, non è mai senza responsabilità, perché tutte le forme di acquisizione sia che provengono  dalla scienza, o dal Divino, devono essere sempre commisurate alla dignità umana. E’ quindi necessario,  fare una netta distinzione tra  scienza e scientismo, senza pretendere di risolvere tutto.

Quello che oggi i biologi stanno facendo, è cercare di capire, senza cadere nel circolo vizioso di chi è nato prima l’uovo o la gallina, come sia stato possibile, che tre milioni di anni fa, anno più anno meno, il primo batterio abbia fatto la sua apparizione sulla terra. Giungendo a una forma di vita complessa  dalla quale si è generato l’uomo.

Pur cercando di cadere nel tranello dell’uovo e la gallina, e volendo credere, al pari di tanti osservanti e praticanti delle più svariate religioni, suona strano che l’uomo sia stato originato dal nulla, ammettendo che il fango possa essere considerato “”nulla””.  Vi sono miti e legende, non solo nella tradizione cristiana, affermano che l’uomo sia stato generato da una forza divina, ma ad oggi l’unica cosa certa e che la prima forma di vita è un batterio fossilizzato.


In quanto all'affermazione che l'uomo pretende di spiegare tutto, direi piuttosto che "qualcuno" intende fornire risposte ai quesiti che l'uomo si pone.
Non viviamo più nell'epoca dell'inquisizione; oggi viviamo nell'era dell'informazione, e della conoscenza. Quindi pur prestando attenzione alla dignità umana, e senza andare oltre un etica morale, dobbiamo pur chiederci chi siamo e da dove proveniamo, abbandonando quei miti che hanno voluto far credere che siamo il frutto di  un creatore.

Cercare risposte, che non hanno soluzioni, non è semplice, l’opera è talmente grande che noi non abbiamo le capacità di comprenderla, ma credo che la conoscenza, possa essere paragonata alla ricerca di un creatore, qualunque esso sia, perché una cosa è certa, ed accomuna sia lo scienziato che il religioso, la vita è stata creata sicuramente da una forza al di sopra delle parti. Quindi facendo particolare attenzione all'etica e alla dignità umana e cercando di non passare oltre i limiti del suo dovuto rispetto, dobbiamo pur chiederci chi siamo, quale il nostro scopo, le nostre aspettative; dobbiamo esercitare quello che è stato definito il nostro "libero arbitrio".



In fondo questa è la "vera conoscenza", quella che ci accomuna nel riconoscimento della nostra totale uguaglianza, una forma di vita che popola un pianeta: la Terra

mercoledì 1 ottobre 2014

""GAIA"" UN MONDO MERAVIGLIOSO



Gaia, il nostro pianeta, primo amore, fonte di nutrimento e origine di tutta la vita, e la nostra madre che provvede amorevolmente alla vita di tutti i suoi figli. Esiste prima di noi ed esisterà dopo di noi, ecco perché non può essere un’eredita dei nostri avi, ma è un dono da restituire ai nostri figli, che alloro volta dovranno fare con i propri.

“”Gaia”” è vita, e come l’uomo, infatti l’uomo riesce a digerire grazie ai suoi batteri, la nostra madre invece, grazie  al suo continuo sforzo di mantenere l’equilibrio, ha la capacità  di risolvere ogni tipo di catastrofe. Si può verificare una distruzione, una glaciazione, come abbiamo imparato, ma poi l’equilibrio viene ristabilito, anche se in una nuova forma. Ma tu uomo farai ancora parte di questa nuova forma, ho la vita proseguirà senza di te?

Non è quindi il pianeta  che va salvato, ma l'essere umano che, con un'idiozia quasi "geniale", sta distruggendo.  




Questo e' il Pianeta o Gaia o semplicemente Terra, che tutti noi avremmo dovuto consacrare! Come e' possibile ignorare una tale bellezza! Ricordiamoci sempre che siamo un prodotto della natura e con essa dobbiamo confrontarci in ogni momento della nostra esistenza