martedì 29 aprile 2014

FRATELLANZA .... LA GRANDE UTOPIA

   

            
         
          “Immagina che non ci sia il paradiso, è facile se ci provi

 Ne l'inferno sotto di noi, sopra di noi solo il cielo

Immagina tutta la gente che vive giorno per giorno
Immagina che non ci siano nazioni, non è difficile
Nulla per cui uccidere o morire ed anche nessuna religione
Immagina tutta la gente che vive in pace
Potresti dire che sono un sognatore
Ma non sono l'unico
Spero che un giorno ti unirai a noi
E il mondo vivrà come se fosse uno solo
Immagina che non ci siano proprietà, mi chiedo se ci riuscirai
Nessun bisogno di avidità o brama, una fratellanza dell'uomo
Immagina tutte quante le persone
Che condividono il mondo intero
Potresti dire che sono un sognatore
Ma non sono l'unico
Spero che un giorno ti unirai a noi
E il mondo vivrà come se fosse uno solo”.


 “”Immagine  di John Lennon””

Un mondo senza discriminazioni, senza guerre, nessuna religione, e soprattutto nessun inferno o paradiso, un mondo dove tutti vivremmo al top delle nostre possibilità …. ...  Non credete che
questa sia un’utopia??

La storia ci insegna che la fratellanza è un valore che nell’arco dei secoli non si è mai affermata se non in modo sporadica e limitata. Personalmente mi piacciono i sogni umanamente impossibili, perché la vita non è un piangersi addosso, ma guardare sempre fissi verso l’orizzonte. Ogni generazione compresa la nostra si porta nel cuore questo desiderio, la voglia di fratellanza, facendo i nostri tentativi per poterlo realizzare. Questo comporta lotta, sacrificio, lasciando una grande traccia nella storia, quando quei piccoli o grandi gesti d’amore sono pagati spesso anche con la morte.

Ironia della sorte Lennon, uno dei più grandi pacifisti, morì di morte violenta.

lunedì 28 aprile 2014

DESIDERI E AMBIZIONI



Tutti nella vita rincorriamo dei desideri, ma l'errore più comune che commettiamo è confondere i desideri con le ambizioni, questi sono due elementi incompatibili tra di loro, come ad esempio: lavorare poco ma guadagnare molto. 
Non possiamo vivere la nostra esistenza nel vano tentativo di soddisfare un nostro desiderio e il suo opposto,  infatti se continuiamo a mantenere vive le due contrapposizioni ci sentiremmo costantemente insoddisfatti, e indipendentemente dalla direzione verso la quale procederemo saremmo insoddisfatti verso il suo opposto. 
Oltre a ciò potremmo risultare incoerenti, perché a seconda delle circostanze, perseguiremo un obbiettivo o il suo contrario. Io penso che ci vuole coraggio a scegliere il giusto atteggiamento che vada bene, e questo riguarda tutti indistintamente, a parte i soliti mistici o illuminati ....

domenica 27 aprile 2014

SCOPRIAMO IL NOSTRO TALENTO




Il cammino verso il successo è difficile, ed ostacolato da mille incomprensioni, ma la cosa importante è non arrendersi alle prime difficoltà. Quando scopriamo di avere un talento, dobbiamo coltivarlo, non tutti ovviamente, avremmo la fortuna di diventare personaggi famosi, ma questo non conta.

Ciò che conta davvero è non tradire i nostri ideali, non rassegnarci a una vita grama, diventando schiavi dei pregiudizi degli altri. A volte può essere giusto resistere alle pressioni degli altri, oppressi dalle difficoltà della vita quotidiana, possono infatti non essere in grado di capire fino in fondo i nostri desideri e le nostre aspirazioni.
E soprattutto non trattare mai male quelli che vengono considerati "diversi", infatti nel film Billy Elliot, è proprio l'amico omosessuale di Billy, a credere in lui e ad incoraggiarlo ad andare avanti, a tutti i costi.

Il successo ci attende, è ci farà dimenticare tutte le sofferenze che abbiamo dovuto superare

venerdì 25 aprile 2014

L'IGNOTO



“”Il nostro destino è andare avanti”” …    diceva Louis L’Amour “”per accettare la sfida, osare l’ignoto””

Anziché accettare la sicurezza sapendo che cosa porterà il domani, o la noia di sapere che cosa porterà l’indomani, perché non muoversi con coraggio nella direzione di una vita avventurosa? Mettendo in subbuglio la nostra natura?

A tal proposito, tempo fa mi hanno raccontato una storia di una spia che era stata catturata e condannata a morte, prima dell’esecuzione al prigioniero fu offerto la possibilità di scegliere tra il plotone d’esecuzione e una grossa porta nera. Il prigioniero decise per il plotone d’esecuzione, qualche istante dopo la sua vita era finita. il generale che esegui l’esecuzione, si voltò verso il suo aiutante e gli disse: “”preferiscono sempre il noto all’ignoto, tuttavia noi diamo loro una scelta””. Lo stesso aiutante non sapeva cosa ci fosse oltre la porta nera, così lo chiese al suo comandante il quale rispose: “”la libertà””.

Quando è comodo e quasi automatico scegliere ciò che è familiare ed accontentarsi. Lasciare la fune di sicurezza alle spalle e avventurarsi nell’ignoto è spaventoso, ma stare sempre al sicuro è noioso. Lasciarsi andare e godersi qualunque possibilità porti questo giorno è un esame, capisco quanto sia rischioso balzare fuori dal proprio status quo, ma mai provate mai sarete sicuri di quale strada intraprendere. 

Fortunatamente io ho imparato quanto sia eccitante l’ignoto, non in maniera avventata ma con entusiasmo calcolato, ed oggi tante delle attività che prima avevo paura di provare, semplicemente perché non volevo apparire goffo, o ignorante, adesso mi piacciono.

Questo in realtà non è correre un rischio bensì, la possibilità di  mettere alla prova i propri limiti, di dimostrarsi quello che si è capaci di fare.

 Il mondo è pieno di energia ma anche di dilemmi,  che ci possono  inorridire o stupirci, ma nulla potrà mai annoiarci. Correre dei rischi, indipendentemente dai risultati, ci da la possibilità di concentraci su come affrontare un dilemma oltre che sui risultati, ci da la possibilità di andare al di là di ciò che non funziona per trovare un’altra via per uscire dal proprio status quo e dalla mediocrità. 

Non lasciamoci prendere dal nostro piccolo mondo, da non saper sfruttare le opportunità che abbiamo a nostra disposizione, lasciamo che la sicurezza faccia amicizia con il rischio e che entrambi diventino ottimi amici.

mercoledì 23 aprile 2014

AVVERSITA'

se ci fermiamo a riflettere sulla realtà, ci rendiamo conto che, molte volte, diamo un'importanza esagerata alle avversità, tali esagerazioni hanno conseguenze emotive nocive. Imparare a giudicare ciò che ci succede in maniera realistica e oggettiva ci rende più forti e tranquilli. Uno dei criteri per giudicare se qualcosa sia bella o brutta è domandarsi: in che modo mi impedisce di fare cose utili nella mia vita?

martedì 15 aprile 2014

LA CIVILTA’ DEI CONSUMI




La famiglia felice degli spot pubblicitari appartiene al mondo irreale delle campagne pubblicitarie, per fare un esempio fra tanti, la famiglia perfetta del mulino bianco, dite la verità vi farebbe piacere svegliarsi tutte le mattine in una condizione pressappoco perfetta!! Tutti sappiamo che si tratta di un mondo fittizio, eppure ne siamo irrimediabilmente attratti. Il modello della civiltà dei consumi riesce a imporsi. I media ci mostrano l’oggetto del desiderio, e noi ci sentiamo mossi dal desiderio di averlo. Non è un caso che bersaglio privilegiato siano i ragazzi, infatti i giovani rappresentano una vasta fetta di mercato in continua espansione, particolarmente appetibili perché facilmente influenzabili. Le mode si diffondono con sconcertante facilità e i consumi si moltiplicano. Non a caso si parla di civiltà dei consumi, l’espressione sta a significare l’intensità e la velocità con cui accediamo ai prodotti sempre più sofisticati e in perenne mutamento, e passano da nuovo a vecchio con estrema facilità. Sembra che in questa corsa alla civilizzazione, più che la civiltà a vincere siano i consumi.

domenica 13 aprile 2014

QUANDO GLI EMIGRANTI ERANO ITALIANI

Altri tempi quando gli emigranti erano italini

Oggi si sente troppo spesso parlare di immigrazione, degenerando quasi sempre in discorsi pseudo-razzisti. Chi vi scrive è stato un emigrante, non per scelta ma per necessità, ed oggi, rientrato in Italia, questa volta per scelta e non per necessità, sono felice di aver avuto la possibilità di conoscere e di confrontare usi, costumi, stili di vita diversi  dandomi una grossa opportunità di crescita e di arricchimento culturale  molto importante per me.
quanti di voi hanno o sono figli o nipoti di emigranti? Credo che abbiate sentito le storie dei vostri cari, ricchi di ricordi e di amarezze.

Vi sottopongo una mia considerazione puramente personale sul fenomeno dell’immigrazione,   poi sarete voi a decidere se voler o non voler esprimere le vostre considerazioni. (voglio precisare che mi riferisco agli immigrati con regolare permesso di soggiorno e non hai clandestini per i quali lo stato si dovrebbe adoperare, come altrove, ad accompagnarli personalmente oltre i confini)

Tra la fine dell’ottocento e i principi del novecento molti italiani partirono alla volta delle Americhe, alla ricerca di nuova vita. (dati alla mano tra il 1876 al 1927 partirono circa 13.000.000 di italiani). Partivano per lo più dalle regioni povere del centro e del meridione, e a muoversi erano per primi i maschi, adulti e giovani, si trattò di un vero e proprio salasso demografico, che svuoto quasi completamente interi borghi. Una volta stabilitisi all’estero, cercavano di inserirsi nel mondo del lavoro, inviando parte del guadagno alle famiglie o spesso cercavano il ricongiungimento familiare.

1) piroscafo carico di immigrati italiani- 2) la carretta del mare- 3) immigrati in un centro accoglienza- 4) emigranati italiani raccolti a Elias Island- 5) tragedia del piroscafo Sirio-  6) la tragedia di Lampedusa

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Fatta questa premessa  e visto le foto, adesso arrivo al dunque, non vi sembra che è esattamente quanto cercano di fare oggi , quando possono, gli immigrati che vivono in Italia?  Cosa è cambiato da allora!!! Semplicemente nulla, solo il senso di marcia, prima erano i nostri avi a partire oggi la gente arriva in Italia con la speranza di una vita migliore.

sabato 12 aprile 2014

HOMO ABILIS VERSIONE 2014.0




Voglio cominciare  questo post con delle semplici affermazioni che tutti credo, indistintamente,  le abbiamo rese parte della nostra esistenza.

“non ho abbastanza tempo”
 “Ho troppe cose da fare”
“sono troppo impegnato”
“non c’è la faccio più”

Ormai siamo stati infettati da sovraccarichi di attività, sembriamo tanti droni, sembriamo l’evoluzione digitalizzata dell’homo abilis , la versione 2014.0,  tutto questo a causa di vite troppo piene. Quando questi sovraccarichi coinvolgono le macchine, il problema è subito risolto basta ripulire il disco rigido, e il computer  è pronto ad essere riutilizzato fino al prossimo sovraccarico.
Credo che anche per noi sia giunto il momento di valutare i nostri file, molto spesso incolpiamo gli altri per un nostro eccessivo carico di lavoro, questo solo perché abbiamo riempito la vita di “devo” Invece la vita non dovrebbe essere vissuta così freneticamente. Smettiamo di inventarci scuse quando non riusciamo a rispettare i nostri dogmi. Voglio concludere con un aforisma di Elaine St. James che recita così:

“nessuno può mantenere più di tre priorità. La maggior parte della gente ci arriva con l’intuito, ma continua a prendere troppi impegni e in questo modo si complica la vita. Perciò il mio consiglio è semplice: stabilite quali sono le vostre priorità, e dite di no a tutto il resto.”


A questo punto correte tutti a resettare il vostro disco rigido, memorizzate altrove i vostri progetti meno utili, e lasciate i più importanti sul vostro disco rigido, ma soprattutto cancellate tutto il vostro materiale inutile. Tirerete sicuramente un sospiro di sollievo, almeno fino a quando la spia disco pieno si riaccenderà

giovedì 10 aprile 2014

L’AUTOINGANNO



Ognuno di noi mette in atto continui meccanismi di autoinganno e questa non è un’attività di per se necessariamente pericolosa o patologica, tutto dipende da quanto spesso la usiamo e in relazione a quali problemi. Sappiamo benissimo che tutti chi più chi meno ci prendiamo in giro, quindi i meccanismi di autoinganno diventano pericolosi solo quando mettono a repentaglio la nostra vita o quando ci impediscono di vivere una vita  soddisfacente. 

Avvolte lo spavento è davvero giustificato, ma in molti casi si tratta di paure vecchie, che in particolari condizioni non siamo stati in grado di superare,  e così “il mostro”  lo abbiamo chiuso in cantina, ma quello che allora sembrava un leone oggi può apparire solo un gatto arrabbiato.

Pensiamo di non poter affrontare paura, rabbia, tristezza o desiderio sessuale e allora guardiamo altrove, respiriamo quello che sentiamo, lo ricopriamo di parole pseudo-filosofiche o di pseudo-valori, e lasciamo che queste paure organizzano la nostra vita, reprimendo i nostri desideri e nostri bisogni.

Importante è ascoltare il nostro corpo quando bussa alla nostra porta e cercare di capire cosa ci sta dicendo, se non lo ascoltiamo, busserà sempre più forte. Questo non vuol essere una lezione di psicologia, lungi da me volerne fare, non ne avrei le capacità. Ma un modo per dimostrare come l’autoinganno possa essere davvero pericoloso dal punto di vista della vitalità della propria esistenza, può strumentalizzare un’intera vita, le scelte affettive e lavorative, i nostri progetti.


lunedì 7 aprile 2014

NON SMETTERE DI ESSERE SECCHIONE





Vent’anni di esaltazione della figura del cazzone, chi fa sega a scuola, del più furbo degli altri che invece entrano a scuola, hanno prodotto uno sfacello in questa società contemporanea.

 Che bello sarebbe ritrovarsi di nuovo sui banchi di scuola, a quarant’anni e passa, col corpo di mezza età, il grembiulino blu e il fiocco tricolore. Pensate se potesse accadere per davvero, ritornare ad imparare le tabelline, la storia, ricomprendere una lingua straniera dalle sue fondamenta, che figata sarebbe. Come saremmo contenti, altro che il  “che palle tornare a scuola” degli adolescenti più fessi.

Si dice che continuiamo a vivere in tempi in cui bisogna continuare ad apprendere, soprattutto sul mondo del lavoro, aggiornamenti continui, monitoraggio delle proprie conoscenze rispetto alla velocità della realtà in cui viviamo deve essere  costante. Io credo che bisogna continuare ad esplorare, continuare ad accettare nuove avventure e non smettere di essere secchioni, pur sapendo che sono i primi della classe.



http://www.gqitalia.it/magazine/articles/2013/settembre/lavori-in-corso4-l-editoriale-del-direttore-carlo-antonelli

sabato 5 aprile 2014

IL ROVESCIO DELLA MEDAGLIA




Nella vita di ogni persona accadono eventi negativi, e non di rado anche vere e proprie tragedie, fa parte del nostro destino, non ci possiamo sottrarre alla natura delle condizione umana. In molti casi poi non abbiamo nessuna responsabilità per quello che ci accade: incidenti non provocati da noi, catastrofi naturali, aver subito una rapina o una violenza, e così via.

 In molti asseriscono che qualunque evento è soggetto alle nostre responsabilità, niente è più assurdo. Metti ad esempio un bambino, come può essere responsabile di una inondazione?

Avere un atteggiamento positivo non significa essere sempre contenti, invece se provassimo a pensare che ogni evento può avere il suo rovescio della medaglia?
Non si tratta di ragionamenti, ma di un atteggiamento generale verso quello che succede, e non serve essere bravi con le parole, basta semplicemente immaginarsi nelle situazioni che ci si presentano davanti, e provare a trovare l’altro lato della medaglia.
Non vi serve far finta che nella vita vada tutto bene, probabilmente state cercando di arrampicarvi sugli specchi,  abbiamo bisogno di sincerità, di onestà, ascoltate la vostra pancia e il vostro corpo, per scoprire se il vostro altro lato è autentico oppure no. Sforziamoci di trovare un altro punto di vista per ogni situazione.


venerdì 4 aprile 2014

IL DIALOGO E’ UNA “NECESSITA’ VITALE”


  
La guerra ai paesi accusati di appoggiare i terroristi dunque non è servita ad arginare la loro azione, anzi c’è chi ritiene che essa abbia rafforzato, chi pensa che, l’occidente sia un nemico da battere. In oltre il clima che si è creato, con gli innumerevoli attentati, hanno diffuso diffidenza verso tutti coloro che provengono da questi paesi, la maggior parte dei quali non hanno nulla a che fare con il terrorismo.

Una delle peggiori conseguenze sono proprio i rischi che si diffondono nel mondo: dalla diffidenza, alla paura, o l’odio ingiustificato tra i popoli che professano religioni diverse, che appartengono ad altre culture, che hanno storie differenti.

Il fanatismo, spinge molte persone a pensare che i problemi non si possono risolvere con il dialogo, con metodi civili. Ma non c’è nessun motivo per cui fedeli di religioni diverse si debbano combattere, anche perché nessuna ingiustizia può essere sconfitta seminando il terrore e la morte, tra la gente che vorrebbero vivere tranquilli la propria vita.

Oggi occorre ricercare il rispetto dell’identità dell’altro, occorre costruire una convivenza mondiale di solidarietà, di pace e rispetto reciproco. E a questo fine che, tutti indistintamente, dalle religioni alle minoranze etniche, cooperino per la propria dignità…

giovedì 3 aprile 2014

ANNOIARSI PER CREARE


A pensarci bene le grandi opere dell’umanità sono state compiute grazie alla noia. Chissà forse lo stesso Michelangelo affrescando la Cappella Sistina si sarà fatto prendere dalla noia.
Cosi a poco a poco senza fretta compose la sua grande opera, e la noia si trasformò in dolce passatempo, quindi in divertimento e alla fine in capolavoro.

La noia  mi fa pensare al dolce far niente delle generazioni degli anni cinquanta e sessanta, alla “dolce vita”. Lasciar scorrere il tempo tra libri, arte amore e seduzione era uno dei più grandi piaceri della vita. Annoiarsi può essere dolcemente piacevole.
In ogni caso annoiarsi non comporta nessuna minaccia per la nostra integrità fisica, nessuna tigre in agguato …. Quindi non bisogna temerla, nel peggiore dei casi potrà essere un po’ scomoda, ma non troppo.

Sapersi annoiare, non spaventarsi per questo, trarne vantaggio o almeno sopportare la noia, è una qualità importate per chi vuole avere una vita emozionante. Sembrerà paradossale, e forse lo è davvero, ma è proprio così.

Qualunque avventuriero trascorre anche lunghi periodi di noia, nel corso dei suoi viaggi: attese interminabili agli aeroporti, oppure bloccati in un paesino sperduto di montagna senza mezzi di trasporto e di comunicazione, o chissà cos’altro.

Saper sopportare la frustrazione della noia, è una qualità preziosa, anzi, se impareremo a rilassarci otterremo una sorte di passaporto per fare ciò che desideriamo. 

Quello che vi posso augurare è:  annoiatevi ma non troppo ………..

mercoledì 2 aprile 2014

CHE BELLA DOMANDA !!!



Spesso sento dire: “si può essere felici in qualsiasi circostanza anche se siamo malati o disabili ….”

 Ma io adesso vi chiedo:
casa fareste voi se vi ritrovaste in una depressione incurabile, o colpiti da un virus dove nessun farmaco potrà mai aiutarvi?
Certo che questa è proprio una bella domanda, sicuramente non potrei più godere di niente, e sarebbe molto frustrante per la nostra mente. Io ritengo che aggiungendo doloro al dolore non si fa altro che aumentare il nostro malessere, fino a renderci insopportabili

Personalmente se non potrei più godere di niente o per qualsiasi motivo non potrei più essere felice, credo che mi dedicherei totalmente agli altri: potrei fare del  volontariato, o raccogliere fondi, o perché no andare in quei luoghi dove realmente la felicità sanno cosa vuol dire.

Sicuramente la mattina aprendo la finestra della mia camera, guarderei fuori a scorgere i sorrisi della gente, la mia gioia interiore sarebbe proprio vedere gli altri felici. E la mia vita se pure angosciata, avrebbe molto più senso. Quindi se siamo fermamente conviti e decisi a goderci la vita, a voler dare nonostante tutto un senso alla nostra esistenza, non sarà certo una malattia o una depressione che potrà fermarmi.

Io ritengo che aggiungendo dolore al dolore non si fa altro che aumentare il nostro malessere, fino a renderci insopportabili.