venerdì 3 gennaio 2014

AMORI ANONIMI



Una delle manifestazioni più grandi della paura presente negli esseri umani è la creazione dei miti. Non mi riferisco ai miti che sono oggetto di studio della mitologia. 

Il mito di cui voglio parlarvi è l'amore. A noi sfugge l’essenza dell’amore, sfugge ciò che esso è realmente. Possiamo forse individuarne i contorni, possiamo descriverne gli effetti, possiamo magari anche comprenderne l’origine; ma non riusciamo a descriverlo poiché la natura dell’amore rimane un mistero. 

Noi continuiamo a illuderci di poter ottenere una garanzia a vita sulle nostre storie e sui nostri sentimenti d’amore. Ma finché pensiamo che ponendo qualche vincolo sia possibile costringere l’amore a durare per sempre, saremo inevitabilmente perdenti, delusi, e quindi infelici.

Penso che siamo tutti vittime della convinzione secondo la quale l’esperienza più sublime per un essere umano consista nel vivere un rapporto a valenza sessuale con un partner.

Questa convinzione ci ha fortemente limitato nel rapporto con l’altro sesso o con lo stesso sesso, a seconda delle nostre propensioni; di fatto, addirittura in competizione come potenziali nemici.

Propongo di riflettere sul fatto che tra due esseri umani non c’è solo la possibilità di fare sesso, mentre spesso pare invece che questa sia proprio la principale, se non l’unica, giustificazione alla relazione. andrebbe riscoperto l’amore platonico, che si attribuisce soltanto ai ragazzini. In una relazione platonica è possibile vivere quell’amicizia, quella stima, quella fiducia, che di rado in una relazione amorosa vengono realizzate compiutamente.


È sulla realtà che ci è dato di vivere che dobbiamo invece confrontarci; ed è confrontandoci con un amore che in realtà sta declinando, che possiamo osservare noi stessi e tutto ciò che ci succede dentro. Se il nostro sguardo continua a restare fisso sul quadretto, non possiamo fare altro che sentirci traditi, sfortunati, disgraziati, vittime di un destino che non ci dà quello che ci meritiamo.

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